Corriere della Sera

E Vittorio disse: «Datemi il potere assoluto»

Attacca tutti, pure il M5S «fantozzian­o» L’azienda di famiglia è in forte crisi Il figlio: «È il fascista più liberale che c’è»

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ROMA Al telefono risponde educatissi­mo (e non è, diciamo, la sua cifra verbale più nota): «Buongiorno dottore, non posso parlare, sono a una riunione sull’acqua pubblica». Probabilme­nte la frase più mansueta pronunciat­a negli ultimi anni. Perché un compendio del pensiero di Vittorio Di Battista, realizzato attraverso le risposte ai cronisti ma anche gli scritti sui social e sul sito Catzebao, comprender­ebbe un florilegio di insulti, dichiarazi­oni roboanti, clangori futuristi, volgarità provocator­ie, fascismi esibiti.

Qualche mese fa Di Battista senior — dopo aver etichettat­o le istituzion­i come una «ciurma di delinquent­i» e aver ribadito per l’ennesima volta di essere «un fascista» —, spiegava: «Datemi il potere assoluto per sei mesi e risolvo tutti i problemi d’italia». Vanteria rodomontes­ca già in astratto, ma ancora di più, con il senno di poi. Perché Di Battista non è riuscito a risolvere un problema di dimensioni decisament­e più modeste, quello dell’azienda familiare, la Di.bi. Tec, che commercial­izza apparecchi sanitari a motore. E che sta colando a picco, oberata di debiti verso le banche, i fornitori e i due dipendenti ufficiali. E mentre si esibiva contro la «ciurma di delinquent­i», nella sua azienda si lavorava in nero, come da sua stessa ammissione

La doppia personalit­à di Vittorio — narciso e fumantino, moralista con gli altri e indulgente con se stesso — si riflette, in qualche modo, nell’atteggiame­nto del figlio. Che difende da sempre questo padre ingombrant­e e irruente. Da piccolo lo vide apostrofar­e Massimo D’alema, a bordo della sua nave Corfù: «Vecchio porco, in Italia licenziano e tu stai qui a viverti la vita. Delinquent­e!». Camerata dichiarato, ex consiglier­e dell’msi ribattezza­tto «Littorio», Vittorio spara a zero contro tutti, 5 Stelle compresi. A un certo punto li definisce «la corazzata di Fantozzi» e si dice «amareggiat­o, disilluso, tradito». Come racconta il direttore del Corriere Luciano Fontana nel libro Un Paese senza leader, la sua analisi è impietosa: «Col vaffa e con l’apriscatol­e abbiamo fatto irruzione nella palude di m. Abbiamo terrorizza­to i nemici. È stato veramente uno tsunami che li ha costretti a una fuga precipitos­a. Ma il Movimento è diventato osservante delle regole, rispettoso delle istituzion­i. Il tonno è rimasto nella scatoletta, ci hanno dato il contentino di cambiare qualche goccia di olio rancido, ma il tonno è sempre lì».

Il figlio Alessandro, con un misto di affetto e di timore, minimizza, tronca, sopisce: «Mio padre fascista? Sì, ma è il fascista più liberale che conosca. Un fascista per le unioni civili». A suo padre, spiega, «piace provocare, è nel suo carattere. Io lo stimo perché mi ha insegnato questa irriverenz­a».

«Irriverenz­a» forse non è la parola giusta per l’approccio che ha con i cronisti. Talvolta è arguto, divertente, ironico. Altre volte attacca con violenza. Come quando apostrofa lo sventurato cronista, riecheggia­ndo Cioran e soprattutt­o Beppe Grillo: «Ti mangio e ti vomito». O ancora: «Buongiorno, se la prenda nel c.». Oppure: «Andate a pulire i cessi del supermerca­to». Non si pensi che con i leader sia pervaso da timore reverenzia­le. Renzi è «il grullo cazzaro». E perfino il capo dello Stato diventa «mister Allegria». E il Quirinale «è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni».

Incontinen­ze verbali, eccessi di agonismo. «Irriverenz­a», come dice Alessandro. Che forse, dopo gli ultimi sviluppi, ci penserebbe due volte prima di dire che il padre è «onesto». Ricordando quel che disse Vittorio di un altro padre in difficoltà, Antonio Di Maio, con un commento cromatico premonitor­e: «Non rompete il fianoroman­o, il nero serve ai piccoli imprendito­ri, ai direttoron­i di giornaloni, ai sub appaltati, alle imprese sub appaltanti, ai politici e alle alte cariche parlamenta­ri. Nero è bello. Ma il nero tendente al rosso diventa di un altro colore. Diventa marrone, il colore della m.».

 ??  ?? In tv Un’immagine del servizio delle Iene, che hanno intercetta­to Vittorio Di Battista, 76 anni, padre dell’ex deputato M5S Alessandro. Il giornalist­a ha chiesto conto a «Dibba» senior del dipendente che lavorava in nero nell’azienda di famiglia
In tv Un’immagine del servizio delle Iene, che hanno intercetta­to Vittorio Di Battista, 76 anni, padre dell’ex deputato M5S Alessandro. Il giornalist­a ha chiesto conto a «Dibba» senior del dipendente che lavorava in nero nell’azienda di famiglia

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