Brasile, il disastro della diga crollata I lavoratori sepolti mentre erano in mensa
Tragedia in una miniera di ferro. Solo 34 corpi recuperati, centinaia i dispersi: «Difficile trovarli vivi»
Da Aidair Custodio a Lage Zilber: nella lista c’è ogni lettera dell’alfabeto, una fiumana di oltre 300 nomi che mette l’angoscia come le immagini che arrivano da Brumadinho, con il verde della vegetazione solcato da una ferita aperta di fango e detriti. Una prima diga alta un’ottantina di metri ha ceduto per cause ancora ignote, e l’onda si è riversata su un secondo invaso più a valle, che ha tracimato seppellendo persone e cose, case e strade per un fronte di centinaia di metri. E’ questa, secondo le prime ricostruzioni, la scarna dinamica del disastro della miniera di Feijão. Milioni di metri cubi di acqua e palta, con gli scarti della lavorazione del minerale ferroso, hanno sepolto l’azienda. Compresa la mensa, dove molti lavoratori stavano pranzando, venerdì ore 13, quando le sirene dell’allarme non hanno suonato.
«Poche le speranze di trovare qualcuno vivo», ammetteva ieri sera Romeu Zema, governatore dello Stato di Minas
Il precedente Fiume di detriti su edifici e case: tre anni fa, un’altra catastrofe nella stessa azienda
Gerais. Centinaia di vigili del fuoco hanno setacciato la zona, estraendo almeno 34 cadaveri. Gli elicotteri hanno recuperato sopravvissuti ricoperti di fango. Mentre la multinazionale brasiliana Vale, la più grande produttrice di ferro e nickel del mondo, sul proprio sito Internet, di ora in ora depennava nomi dalla lista dei dipendenti «non ancora localizzati». L’agenzia per l’ambiente brasiliana ha subito comminato all’azienda una multa da 60 milioni di euro. Un magistrato ha subito bloccato un miliardo dai conti bancari del gigante minerario, denaro che servirà da garanzia per i lavori e le richieste di risarcimento. Ma quanto vale ogni vita, da Adair Custodio a Lage Zilber, intrappolata sotto la crosta di fango?
Più o meno quanto ciascuna delle 19 vittime del disastro di Mariana. Non sono passati neanche quattro anni: stesso Stato, stessa azienda coinvolta (insieme con l’australiana BHP Billiton), un’altra diga che collassando ha vomitato un fiume rosso ferro. Il peggior disastro («crimine», secondo Greenpeace) ambientale nella storia del Brasile: la miniera in questione è molto più grande di quella di Feijão. Le aziende hanno pagato multe per milioni di euro, ma nessuna responsabilità penale è stata accertata. E nessuna delle 375 famiglie senza tetto ha ancora ricevuto una casa.
Nella piccola Brumadinho il bilancio finale dei morti sarà più alto che a Mariana. In campagna elettorale Jair Bolsonaro aveva criticato le eccessive regolamentazioni che imbrigliano le aziende sul fronte ambientale. Ieri il neopresidente ha sorvolato in elicottero la zona del disastro, passando sopra la fiumana di fango e di corpi. «In questo momento la nostra prima preoccupazione sono le vittime», ha detto. E domani?