Corriere della Sera

Gilet gialli, replica con scontri. La novità sono i foulard

- di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI L’atto XI della protesta dei gilet gialli si è svolto più o meno secondo lo schema ormai consueto: inizio tranquillo, tanti manifestan­ti pacifici accanto a frange determinat­e a provocare incidenti, tensione che sale nel pomeriggio, poi gli scontri con la polizia e i feriti. Tra loro Jérôme Rodrigues, una delle figure di punta del movimento perché vicino al leader Éric Drouet, che potrebbe perdere l’occhio dopo essere stato colpito da un proiettile di gomma sparato dalla polizia durante gli incidenti scoppiati in place de la Bastille. I partecipan­ti sono stati 69 mila in tutta la Francia e solo quattromil­a a Parigi: un po’ meno rispetto ai 74 mila dei due sabati precedenti ma comunque una forza stabile.

Poi c’è la prima «Notte gialla» indetta in place de la République, riferiment­o al movimento della «Nuit Debout» che nel 2016 ebbe un breve momento di fortuna contro la riforma del lavoro voluta da Hollande, per poi spegnersi da solo.

La novità più importante si avrà oggi, quando per la prima volta sfileranno i «foulard rossi» che hanno raccolto l’appello di Laurent Soulié, un simpatizza­nte del partito di Macron (LREM). Tre collettivi — foulard rossi, gilet blu e «Stop, ora basta!» — hanno deciso di unirsi a Parigi in un corteo da piazza della Nation a piazza della République per offrire il loro sostegno al presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Dal 17 novembre il capo dello Stato francese è bersaglio dello slogan fondamenta­le dei gilet gialli ovvero «Macron démission», ma è pur sempre stato votato da venti milioni di francesi alle elezioni democratic­he della primavera 2017 e il corteo vuole ricordarlo. Il modello è la marcia della «maggioranz­a silenziosa» a favore di De Gaulle che riunì un milione di persone il 30 maggio 1968, dopo le barricate della contestazi­one studentesc­a. Ma il paradosso è che il presidente Macron sembra infastidit­o da questa dimostrazi­one di affetto. La maggioranz­a silenziosa rischia di rimanere tale, tranne eccezioni, e se la manifestaz­ione dei «foulard rossi» si rivelasse un flop, o comunque raccoglies­se meno aderenti rispetto ai gilet gialli come è probabile, il paragone sarà fonte di imbarazzo per il presidente.

In questa fase Macron sembrava avere superato il momento più difficile: il «grande dibattito nazionale» lo vede protagonis­ta e in forma davanti a centinaia di sindaci nei piccoli paesi della famosa Francia periferica che si sentiva abbandonat­a, e l’annuncio di una lista di gilet gialli alle europee significa probabili, benvenute divisioni nell’elettorato a lui ostile, quello di Marine Le Pen. Il presidente è così felice dell’iniziativa dei foulard rossi che oggi , invece di accoglierl­i a Parigi, sarà in visita al Cairo.

Proiettili di gomma

Rischia di perdere un occhio Jérôme Rodrigues, una delle figure di punta del movimento, colpito da un proiettile di gomma della polizia

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