Vicini ai santi e agli uomini Viaggio nel regno delle fiere
Il curatore Dotti: «Un tema di interesse crescente»
Una domanda al curatore: come le è venuta l’idea? Di solito si parla di uomini, ma in questa mostra, Gli animali U sono gli nell’arte animali, dal i protagonisti. Rinascimento «Quello a Ceruti dell’animale è oggi un tema molto sentito — dice Davide Dotti —. Legato, forse, alla solitudine. Chi vive senza legami, dall’anziano al cosiddetto single, si prende un cane, un gatto, una coppia di canarini. La crescita degli animali da compagnia, nella sola Lombardia, negli ultimi anni è aumentata del 50, 60 per cento. Nelle case degli italiani se ne contano oltre 60 milioni. Due anni fa ho deciso di andare più a fondo, e questi 80 capolavori portati a Brescia dimostrano che il tema animalier era molto sentito anche nella grande pittura antica».
Cominciamo con i santi, nella prima delle dieci sezioni in cui è diviso il percorso. Nella pittura ispirata ai testi biblici gli animali hanno un ruolo chiave. Per esempio, il leone nel San Girolamo straziato dalla penitenza. Il cremonese Antonio Campi, mosso a pietà, accosta all’asceta un felino dal muso mansueto, che sembra un gattone di Walt Disney. E guardate, nel dipinto del Ceranino, gli occhi del destriero cavalcato da San Giorgio pronto a finire il drago già infilzato, sembrano dirci: abbiamo vinto! Gli animali sono presenti anche nei racconti mitologici: si va dal fido cane di Diana cacciatrice, all’aquila di Ganimede, al toro, alter ego di Zeus, che rapisce Europa, agli uomini trasformati in bestie dalla maga Circe, tentatrice di Ulisse nel dipinto di Jan Roos, pittore fiammingo inserito a Genova col nome di Giovanni Rosa; altro capolavoro, il cigno divino che concupisce Leda. Simbologie e significati si fanno ancora più evidenti nelle sale dedicate a cani, gatti, uccelli, pesci, rettili e animali della fattoria, spesso raffigurati in compagnia dell’uomo. Esemplare la tela col Fenicottero di Pieter Boel, e lo spettacolare Pesci e molluschi sugli scogli di Giuseppe Recco. Cani e gatti se la vedono in due opere del Ceruti, detto il Pitocchetto: la tela, icona della mostra, che mette
in posa il vecchio nobiluomo con colbacco e lussuosa giubba di velluto, la mano curata che stringe la zampetta del suo carlino, e il commovente quadro del pitocco che ci mostra, fiero, il suo gattone bianco dagli occhi scintillanti. Spiega Dotti: «il Ceruti non è mai un banale pittore ‘di genere’ ma un narratore sottile di vere storie umane». Nell’ultima stanza hanno il loro habitat gli animali esotici e fantastici, figli della fantasia più sfrenata degli artisti. Tra questi, un pittore decisamente visionario, di cui non si sa nulla, forse bresciano, detto il Maestro della fertilità dell’uovo, per il vezzo di inserire nelle tele, grevi di doppi sensi, quasi alla Bosch, uova da cui nascono umani piccolissimi alle prese con animali giganteschi.
La mostra ha ottenuto una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’università di Pisa, e il patrocinio del Wwf Italia. Spiega Paola Brambilla, delegato per la Lombardia: «Diamo ai visitatori la possibilità di approfondire, grazie ad apposite schede nelle sale, importanti tematiche quali la salvaguardia dell’ambiente, delle specie protette e della biodiversità, la cultura della sostenibilità e degli ecosistemi e la lotta al bracconaggio, una piaga che sta facendo strage di animali».