Corriere della Sera

Un documentar­io choc contro Michael Jackson: applausi agli accusatori

Protestano i familiari della star: omicidio in stile tabloid

- Laura Zangarini

Il direttore del Sundance ha informato il pubblico che sarebbe stato a disposizio­ne un team di psicologi per aiutare chi fosse rimasto troppo turbato dalle «esplicite descrizion­i di abusi sessuali» del film. Già da queste premesse si capiva che Leaving Neverland, devastante documentar­io di Dan Reed sugli abusi sessuali di Michael Jackson non sarebbe passato inosservat­o, anche perché è una durissima accusa nei confronti del re del pop scomparso nel 2009.

Il film di Reed segue i due accusatori di Jacko, Wade Robson e James Safechuck (accolti al termine della proiezione dalla standing ovation del pubblico), mentre descriche A sinistra i due accusatori oggi: Wade Robson e (a destra da ragazzino con Jacko) e James Safechuck con il regista del documentar­io Dan Reed vono gli atti che sostengono di avere subito dalla popstar, sia quelli che Jackson aveva insegnato loro a fargli. Robson è entrato in contatto con Jackson tramite una gara di danza all’età di 5 anni, e sostiene di essere stato vittima di abusi da quando ne aveva 7. Safechuck è stato scelto per una pubblicità della Pepsi con Jackson intorno agli 8 anni, e accusa il cantante di aver cominciato a molestarlo qual- mese dopo. Quando era in vita Jacko ha sempre negato con forza qualsiasi illecito, sostenendo che mai avrebbe fatto del male a un bambino.

Il documentar­io sembra smentire però la sua tesi difensiva. Molti sono gli episodi rievocati dalle due presunte vittime. Safechuck accusa Jackson di aver sfruttato le sue debolezze infantili per legarlo a sé. Conoscendo la sua passione adolescenz­iale per i gioielli, lo portava in negozi di lusso e gli faceva provare diversi accessori. A suo dire, la popstar spiegava ai venditori che il regalo era per una donna, e che i piccoli polsi e le mani di Safechuck gli servivano per avere un’idea della misura. Jacko avrebbe acquistato Michael Jackson (1958 – 2009) con il piccolo James Safechuck, che ora lo accusa di abusi nel documentar­io «Leaving Neverland»

una fede d’oro e diamanti di cui gli avrebbe fatto dono durante una cerimonia di «finte nozze», i cui voti da pronunciar­e sarebbero stati scritti insieme dalla coppia.

Al culmine della loro «amicizia», quando ormai la stampa parlava spesso dei rapporti di Jacko con i ragazzini, la

popstar acquistò un fax per Robson. Negli anni ’80 rappresent­ava il massimo dell’evoluzione tecnologic­a: gli consentiva di mandare al ragazzino moltissimi messaggi. «Ti amo piccoletto», riporta un fax che Jackson avrebbe inviato al ballerino di 7 anni. «Rendimi felice e sii il migliore». Il documentar­io mostra in rapida succession­e altri messaggi dello stesso tenore per il giovane Robson. «Il pavimento del soggiorno era coperto dai fax», dice nel film la madre del ragazzo.

Mentre molti ancora oggi dipingono il Neverland Ranch come esempio di uno spirito infantile, Leaving Neverland offre un’immagine diversa della celebre proprietà del cantante, piena di nascondigl­i con letti o angoli per la privacy. Safechuck sostiene di essere stato molestato anche in un piccolo box ricavato all’interno della sala cinema privata del cantante, dotata di un vetro da cui si poteva vedere chi sedeva in platea ma non viceversa. Anche la stazione del treno che arrivava a Neverland nascondeva un attico con un letto. Il cortile era pieno di tepee (le tende coniche in cui vivevano i nativi indiani). Tutti luoghi teatro di abusi, secondo quanto sostiene Safechuck. I «giochi» di sesso venivano praticati in piscina e nella vasca idromassag­gio.

La Michael Jackson’s Estate, che cura gli interessi del re del pop dopo la sua morte, non ha perso tempo. Si è scagliata contro il film di Reed definendol­o un «omicidio di un personaggi­o in stile tabloid». Accusando Robson e Safechuck di essere due «spergiuri». Un riferiment­o alle dichiarazi­oni giurate che i due uomini avrebbero sottoscrit­to quando Jacko era ancora vivo, in cui affermavan­o che la popstar non aveva mai abusato di loro.

Presunti abusi

In «Leaving Neverland» le testimonia­nze di due presunte vittime di abusi sessuali

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Re del pop
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Il caso al Sundance Ieri e oggi
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