«Io come Batistuta? Mi vengono i brividi»
Doppietta all’udinese, 11 gare di fila a segno: è record
«Preferisco essere ricordato per la bellezza dei miei gol che per il numero», disse un giorno Fabio Quagliarella, noto pittore di tacchi e rovesciate. Stavolta, però, l’artista farà un’eccezione, perché questo numero significa Storia. «E
Sassuolo Cagliari
infatti — ammette con la lacrimuccia, appena finita Sampdoria-udinese — è una grandissima emozione».
La cosa del genere sono 11 partite di fila sempre in gol, record assoluto in serie A di Batistuta eguagliato. «E a me
Sampdoria Udinese
— ammette il serial bomber — solo nominare Batistuta fa venire i brividi». Il divino Gabriel fece l’impresa con la Fiorentina nelle prime 11 giornate del campionato 1994/95. Fabio lo ha fatto tra la 10ª e la 21ª (la 12ª con la Roma era in panchina): ha cominciato il 28 ottobre col Milan e ha proseguito con Torino, Genoa, Bologna (2 volte), Lazio, Parma, Empoli, Chievo, Juve, Fiorentina (2) e Udinese (2). Fanno 14 gol che, sommati ai 2 in avvio di stagione, diventano 16, quota da capocannoniere a più 2 su Ronaldo e Zapata .
Nel dettaglio, sono 10 di destro, 3 di sinistro e 3 di testa, distribuiti in 8 azioni manovrate, 4 piazzati e 4 rigori: due li ha tirati ieri con freddezza rara perché al record teneva molto e, come ha detto il tecnico della Samp, Giampaolo, «lo avevo notato in settimana, quando si è allenato ancora con più ferocia del solito».
Al primo rigore, al 33’, sullo 0-0, Fabio sul dischetto ha visto «un pallone medicinale», ma lo ha piazzato ugualmente di giustezza alla destra di Musso. Fatto il record, di lì in poi «ho pensato solo a godermi la serata». Ci è riuscito: all’11’ della ripresa ha replicato dal dischetto, stavolta con una stecca centrale fortissima, al 33’ ha regalato l’assist per il 4-0 di Gabbiadini e al 40’ è uscito in un Marassi in delirio davanti a un c.t. azzurro che forse qualche strano pensiero lo ha fatto. Un 12° uomo simile all’italia potrebbe servire, no?: «Ma Mancini non deve fare regali... — spiega il bomber —. Deve puntare sui giovani. Io ormai gioco per divertirmi». A 35 anni, che saranno 36 giovedì, Quagliarella se lo può permettere, grazie a piedi superiori e a un prontuario infallibile: «Lucidità in campo, salute fisica, recupero post gara, ambiente spettacolare e un grande allenatore».
Continuerà la serie? Il prossimo match, sabato, è a Napoli, nel San Paolo dei suoi sogni di bambino: posto migliore per fare 12 non esiste. visi solcati dalla storia, quelli di Luciano Castellini, Paolo Pulici, Claudio Sala. Loro nel campionato 1975- 1976 hanno vinto l’ultimo scudetto del Toro.
Tempo. Ricorda Cairo: «Credo sarebbe bello avere a Torino una via Valentino Mazzola. E sarebbe fantastico averla a cent’anni dalla nascita di quello che è stato, per molti, il più grande giocatore del calcio italiano, a settant’anni dalla tragedia di Superga. So che la giunta della sindaca Appendino ci sta lavorando, credo sarebbe giusto individuare una via qui, dedicare al capitano una strada che porta al Fila». Intanto Valentino Mazzola è tornato a correre sul prato del «Fila». Gli ha dato la fascia Matias Moretti, figlio di Emiliano, il difensore di Walter Mazzarri. Valentino Mazzola entra e dà subito un gran pallone a Benit Borasio. Davanti a loro c’è uno striscione con su scritto: «A un’italia distrutta avete ridato la dignità. Sarete sempre gli eroi di questa città». Si spera sempre in un tempo migliore. www.corriere.it