Corriere della Sera

«Io come Batistuta? Mi vengono i brividi»

Doppietta all’udinese, 11 gare di fila a segno: è record

- 3 0 4 0 Alessandro Pasini Giampiero Timossi

«Preferisco essere ricordato per la bellezza dei miei gol che per il numero», disse un giorno Fabio Quagliarel­la, noto pittore di tacchi e rovesciate. Stavolta, però, l’artista farà un’eccezione, perché questo numero significa Storia. «E

Sassuolo Cagliari

infatti — ammette con la lacrimucci­a, appena finita Sampdoria-udinese — è una grandissim­a emozione».

La cosa del genere sono 11 partite di fila sempre in gol, record assoluto in serie A di Batistuta eguagliato. «E a me

Sampdoria Udinese

— ammette il serial bomber — solo nominare Batistuta fa venire i brividi». Il divino Gabriel fece l’impresa con la Fiorentina nelle prime 11 giornate del campionato 1994/95. Fabio lo ha fatto tra la 10ª e la 21ª (la 12ª con la Roma era in panchina): ha cominciato il 28 ottobre col Milan e ha proseguito con Torino, Genoa, Bologna (2 volte), Lazio, Parma, Empoli, Chievo, Juve, Fiorentina (2) e Udinese (2). Fanno 14 gol che, sommati ai 2 in avvio di stagione, diventano 16, quota da capocannon­iere a più 2 su Ronaldo e Zapata .

Nel dettaglio, sono 10 di destro, 3 di sinistro e 3 di testa, distribuit­i in 8 azioni manovrate, 4 piazzati e 4 rigori: due li ha tirati ieri con freddezza rara perché al record teneva molto e, come ha detto il tecnico della Samp, Giampaolo, «lo avevo notato in settimana, quando si è allenato ancora con più ferocia del solito».

Al primo rigore, al 33’, sullo 0-0, Fabio sul dischetto ha visto «un pallone medicinale», ma lo ha piazzato ugualmente di giustezza alla destra di Musso. Fatto il record, di lì in poi «ho pensato solo a godermi la serata». Ci è riuscito: all’11’ della ripresa ha replicato dal dischetto, stavolta con una stecca centrale fortissima, al 33’ ha regalato l’assist per il 4-0 di Gabbiadini e al 40’ è uscito in un Marassi in delirio davanti a un c.t. azzurro che forse qualche strano pensiero lo ha fatto. Un 12° uomo simile all’italia potrebbe servire, no?: «Ma Mancini non deve fare regali... — spiega il bomber —. Deve puntare sui giovani. Io ormai gioco per divertirmi». A 35 anni, che saranno 36 giovedì, Quagliarel­la se lo può permettere, grazie a piedi superiori e a un prontuario infallibil­e: «Lucidità in campo, salute fisica, recupero post gara, ambiente spettacola­re e un grande allenatore».

Continuerà la serie? Il prossimo match, sabato, è a Napoli, nel San Paolo dei suoi sogni di bambino: posto migliore per fare 12 non esiste. visi solcati dalla storia, quelli di Luciano Castellini, Paolo Pulici, Claudio Sala. Loro nel campionato 1975- 1976 hanno vinto l’ultimo scudetto del Toro.

Tempo. Ricorda Cairo: «Credo sarebbe bello avere a Torino una via Valentino Mazzola. E sarebbe fantastico averla a cent’anni dalla nascita di quello che è stato, per molti, il più grande giocatore del calcio italiano, a settant’anni dalla tragedia di Superga. So che la giunta della sindaca Appendino ci sta lavorando, credo sarebbe giusto individuar­e una via qui, dedicare al capitano una strada che porta al Fila». Intanto Valentino Mazzola è tornato a correre sul prato del «Fila». Gli ha dato la fascia Matias Moretti, figlio di Emiliano, il difensore di Walter Mazzarri. Valentino Mazzola entra e dà subito un gran pallone a Benit Borasio. Davanti a loro c’è uno striscione con su scritto: «A un’italia distrutta avete ridato la dignità. Sarete sempre gli eroi di questa città». Si spera sempre in un tempo migliore. www.corriere.it

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(Lapresse) Gelido Fabio Quagliarel­la realizza su rigore il gol dell’1-0 all’udinese
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Sul sito del Corriere della Sera le partite in tempo reale e le immagini della giornata corriere.it

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