«Cosa devo dimostrare ancora?»
Goggia 2ª in superg al rientro dopo l’infortunio: «Ora ho prospettive sconfinate»
Forse questo secondo posto è un miracolo, «perché un mese fa quando mi sono rimessa gli scarponi per la prima volta dopo l’infortunio ho avvertito un dolore lancinante». O forse no, non lo è, perché Sofia Goggia in queste settimane ha pesato ogni passo da compiere. Logica e buon senso. E tenacia. «È stato il leitmotiv di questo periodo e l’ho seguito pure nel tirare le curve del superg di Garmisch: mi sono sentita leggera e sicura».
Ventitré centesimi da Nicole Schmidhofer, una delle austriache che di questi tempi stanno andando molto forte, hanno negato al ritorno alle competizioni contorni addirittura clamorosi, quelli di una vittoria. Ma va bene così, ci mancherebbe, anche perché Sofia ha messo in riga il resto della concorrenza, da Lara Gut Behrami, terza, a Federica Brignone, quarta e medaglia di legno ma a sua volta bravissima e a capo del manipolo di altre azzurre ben piazzate (Bassino, Marsaglia e Nadia Fanchini).
Non c’era Mikaela Shiffrin, nel frattempo diventata reginetta pure della specialità ibrida tra discesa e gigante? Vero. Ma non è detto che stavolta sarebbe stata davanti, anche perché la Schmidhofer ha dovuto superarsi per migliorare il capolavoro di Sofia, capace di sciare con decisione non solo nei tratti di scorrimento ma anche nella parte tecnica, il vero esame superato dalla nostra campionessa.
Tra l’altro, l’inversione tra discesa (che si correrà oggi) e superg era stato l’ultimo imprevisto trappola piazzato sul rientro della Goggia: «Ero arrivata in Germania e sentivo ancora fastidio al piede. Però era tale la gioia di aver ritrovato il mio ambiente che non ci ho fatto caso. Quando ho saputo del cambio di programma, un po’ ci sono rimasta male: avrei preferito ripartire dalla libera. Però mi sono subita tolta ogni alibi: “io ci sono”, mi sono detta».
Il podio non era minimamente nei pensieri («Avrei contraddetto la filosofia di queste settimane: non era contemplato Felicità
Sofia Goggia al termine del superg di ieri a Garmisch. Partita col pettorale numero 6, la 26enne bergamasca è arrivata a 23 centesimi dalla Schmidhofer (Getty Images) darsi delle aspettative al di là del puntare a una progressione costante in vista del Mondiale»), ma adesso la quasi vittoria è un bond da mandare all’incasso, soprattutto sul piano psicologico: «Quanto mi sto gasando? Poco. Semmai, respiro tranquillità: ho la certezza di aver fatto i passi giusti. Però non nascondo nemmeno che un piazzamento del genere, considerato che il 4 gennaio scendevo su una pista per bambini e con sci turistici, apre prospettive sconfinate».
Tanto per cominciare, stamane ci sarà la discesa con cui voleva misurarsi: «Come affrontare la libera? Allo stesso modo con cui mi sono proposta nel superg: ovvero, senza definire delle frontiere». Aspettiamola allora di nuovo leggera e senza pensieri. Pressioni e ossessioni non sono mai esistite nei tre mesi di navigazione a vista dopo l’infortunio del 19 ottobre («Non sapevo che cosa avrei fatto l’indomani») e oggi, dopo questo ottimo risultato, sono a maggior ragione parole escluse dal dizionario di Sofia, la guerriera tornata in battaglia: «Secondo voi, devo ancora dimostrare qualcosa sugli sci?». Certo che no.