Musetti re junior: prove tecniche di campione
All’azzurro il titolo dell’australian Open Under 18: «Solo un punto di partenza»
Certe partite è meglio vincerle. Sembra una banalità, ma non lo è se nella storia del tennis italiano solo cinque azzurrini hanno vinto una prova junior dello Slam. A 16 anni e 10 mesi, Lorenzo Musetti entra nel piccolo rotary dei giovani leoni — Barazzutti Roland Garros ‘71, Gaudenzi Roland Garros e Us Open ‘90, Nargiso Wimbledon ‘87, Quinzi Wimbledon 2013 — facendosi largo down under con un rovescio (destrorso) monomano che lo ha preceduto nella mini-leggenda di un torneo letteralmente strappato dalle grinfie dell’americano Emilio Nava, 17 anni suonati: match point annullato all’avversario sull’11-12 al tie break del terzo e incontro chiuso alla quarta occasione, con un urlo che è rimbalzato all’alba in Italia, graditissimo.
Che Lorenzo sia portatore sano di talento l’avevamo intuito l’anno scorso a Wimbledon Under 18, quando si era fermato nei quarti; ma poi, a settembre, annessosi i tornei di categoria di Firenze, Salsomaggiore e Berlino, si era spinto in finale all’open Usa, confermando speranze e progressi. Nato a Carrara, classe 2002, formato dal bravo maestro del Circolo Tennis Spezia Simone Tartarini e poi passato sotto l’egida federale al centro tecnico di Tirrenia come Giulio Zepperi di Latina, battuto nel derby di semifinale, Musetti a Melbourne si era impossessato del web grazie a un lob in tweener (la palla colpita in mezzo alle gambe) contro lo spagnolo Varona, diventato in fretta virale. È un talento certo, Lorenzo, che andrà gestito con i guanti nel delicatissimo passaggio dall’attività giovanile al professionismo, la vertigine bianca nella quale molti si perdono. «Un’emozione fortissima — ha commentato — che dedico alla mia famiglia e allo staff federale, che mi sta aiutando. Un sogno che si avvera, e un punto di partenza».
È stato premiato da Ivan Lendl e complimentato da quel Novak Djokovic che stamane scenderà in campo per il titolo dei grandi, quello vero. La vita è meravigliosa, down under. È nel resto del mondo che lo aspetta la salita.