Attesa, sorpresa, delusione: l’effetto «Adrian» più in Rete che in tv
L’attesa c’è stata (e dura da diversi anni) testimoniata tanto dai dati di consumo del primo segmento del programma (in testa alla classifica dei più visti della settimana) quanto dalla mole di interazioni social che ha generato. Adrian, il programma più volte annunciato e rimandato, commissionato da Mediaset ad Adriano Celentano, ha suscitato senza dubbio una grande curiosità, cui è seguita una altrettanto generale disillusione. Poco meno di 6 milioni di spettatori (21,9%) hanno seguito l’anteprima Aspettando Adrian, lunedì, per mezz’ora, ben oltre le 21.30 (Celentano ha fatto dell’attesa, oltre che dei silenzi, una sua marca «poetica»). Come già si sospettava, il cartone è risultato essere la parte più rischiosa e debole dell’operazione, nonostante i suoi costi. E così la platea si è ristretta, sull’animazione, di quasi un milione e mezzo di individui, attestandosi a 4.544.000 spettatori (19,1% di share). Molto peggio è andata con la seconda serata: Aspettando si è fermato a 3.965.000 spettatori (15%) e Adrian a 2.887.000 spettatori (13,3% di share). Se il pubblico della prima «anteprima» era piuttosto trasversale (uomini e donne; bambini, adulti e anziani), per la seconda hanno resistito meglio le donne (15,1%) e le fasce adulte (18%). Come attestano i dati di Nielsen Social Content Ratings, però, l’effetto Celentano c’è stato in Rete: Adrian è il terzo programma della settimana che ha generato più interazioni e commenti in Rete (ma solo dopo L’isola e Masterchef). Il dato più interessante è il fatto che le interazioni (oltre 60 mila lunedì, oltre 30 mila martedì) sono avvenute «spontaneamente», ovvero, a differenza degli altri programmi, non sono generate dall’attività social della produzione, e hanno riguardato (al 70%) Twitter . Attesa, sorpresa, delusione: sentimenti da «mettere in discorso» e socializzare. (a. g.)
Con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel e Nielsen Social Italy