Il Re Sola
Cari quasi amici francesi, Di Maio ha lodato la vostra tradizione democratica «millenaria» e non vorrei che, permalosi come siete, invadeste il festival di Sanremo. Si sarà confuso con la millenaria tradizione della monarchia repubblicana inglese, può succedere. In realtà il nostro esperto di compromessi storici sa benissimo che la democrazia in Francia ha origine ben più lontane e risale perlomeno a Pipino il Breve, che introdusse il diritto di voto per i bassi di statura. Carlo Magno si limitò ad aggiungervi la baguette di cittadinanza (da lì il soprannome: prima della sua riforma, si mangiava di rado). Anche se il vero fondatore della democrazia francese era stato Vercingetorige, il primo a indire un referendum sui costi-benefici della Tav, i cui risultati furono sonoramente contestati da Giulio Cesare nel suo capolavoro, il Toninello Gallico. Tutti conoscono la storia autentica di Giovanna d’arco, messa sul rogo come No Vax e salvata dal popolo del web. Ma la scoperta più recente e sensazionale la si deve a un altro studioso, il Di Battista. Nella tasca laterale di un gilet giallo dimenticato senza scontrino in una lavanderia venezuelana, ha scovato le prove che il Re Sole, fin qui considerato campione dell’assolutismo, era un sincero democratico che nominò Edwige Fenech alla commissione Unesco e Lady Oscar ministro delle Pari Opportunità con delega alle brioche. Poi un cittadino si rovesciò la brioche sul gilet e scoppiò la rivoluzione, ma questa è un’altra Storia.