Salvini apre, il gelo di Macron
Air France si sfila dal salvataggio di Alitalia. Crolla la produzione industriale, su lo spread
Resta alta la tensione tra Italia e Francia. Il ministro dell’interno Salvini scrive al collega francese Castaner . «Non mi faccio convocare» la replica. E il presidente Macron ricorda che il premier è Conte ed è già stato incontrato. Intanto Air France si sfila dal salvataggio di Alitalia. Segnali negativi dall’economia: la produzione industriale cala del 5% e lo spread ha toccato 290 e chiuso a 289.
ROMA La valanga che in parte ha già abbattuto il rapporto di amicizia consolidato tra Francia e Italia rischia ora di non arrestarsi tanto facilmente. Anche ieri è stata una giornata ad alta tensione tra Roma e Parigi, con scambi di accuse reciproche e un affondo del portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, che si è rivolto indirettamente ai vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini: «Le loro frasette polemiche non hanno impedito all’italia di entrare in recessione economica». E per l’inevitabile ricucitura, Griveaux, alla domanda sulla disponibilità espressa da Salvini a incontrare il presidente francese, chiarisce che l’interlocutore è l’inquilino di Palazzo Chigi: «...c’è un presidente del Consiglio in Italia e si chiama Giuseppe Conte e Macron lo ha già incontrato molte volte».
In realtà la giornata si era aperta con un tentativo del ministro Salvini, che ha parlato in Abruzzo in una delle tappe della campagna elettorale, di invitare a Roma il suo omologo francese, Christophe Castaner, per approfondire il dossier sugli ex terroristi che si trovano ancora in Francia: «Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione». Ma il tono non è piaciuto al ministro francese: «Non mi faccio convocare. Con Matteo Salvini abbiamo avuto uno scambio di vedute anche sulla questione dei migranti. Il dialogo tra noi è costante. È necessario che sia rispettoso». Immediata la frenata del vicepremier: «Ovviamente io non voglio né posso convocare nessuno: sarò lieto di ospitare, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi». E in cima alla lista c’è la distribuzione nella Ue dei migranti sbarcati in Italia perché, sottolineano fonti del Viminale, la Francia «ha cambiato idea sulla Sea Watch. Prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici».
Il vicepremier Luigi Di Maio — il suo incontro con un discusso leader dei gilet gialli è considerato a Parigi la goccia che ha fatto traboccare il vaso — ha scritto una lettera a Le Monde: «Noi guardiamo al vostro popolo come a un punto di riferimento e non un nemico, e le divergenze politiche e di visione fra il governo francese e italiano non devono ricadere sul rapporto di amicizia storico che unisce i nostri due popoli e i nostri due Stati». E, parlando in Abruzzo, ha poi aggiunto: «Noi siamo zen. Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia, ma il governo francese non può pretendere che si dialoghi solo con En marche. Con Macron siamo avversari politici ma facciamo parte di governi di popoli che sono amici».
Anche altri esponenti del M5S hanno alzato i toni di un’ottava: «È un peccato che la Francia non chieda scusa per l’intervento in Libia del 2011», ha detto il ministro Danilo Toninelli.
Tutto questo preoccupa il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia, che chiede al premier Conte di farsi garante della normalizzazione dei rapporti. Silvio Berlusconi (FI) ha detto che «queste sono cose che non devono capitare». Matteo Renzi (Pd) osserva: «Un governo che sostiene la dittatura di Maduro e che si schiera con i gilet gialli fa ridere il mondo». E il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha annunciato che non potrà partecipare «per motivi di agenda» alla plenaria del Parlamento europeo con il premier Conte prevista per martedì.
I due ministri
Il ministro dell’interno francese replica al collega italiano: non mi faccio convocare