Corriere della Sera

Salvini apre, il gelo di Macron

Air France si sfila dal salvataggi­o di Alitalia. Crolla la produzione industrial­e, su lo spread

- di Stefano Montefiori e Fiorenza Sarzanini Baccaro, Coccorese, Marro Martirano, Querzè, Sensini

Resta alta la tensione tra Italia e Francia. Il ministro dell’interno Salvini scrive al collega francese Castaner . «Non mi faccio convocare» la replica. E il presidente Macron ricorda che il premier è Conte ed è già stato incontrato. Intanto Air France si sfila dal salvataggi­o di Alitalia. Segnali negativi dall’economia: la produzione industrial­e cala del 5% e lo spread ha toccato 290 e chiuso a 289.

ROMA La valanga che in parte ha già abbattuto il rapporto di amicizia consolidat­o tra Francia e Italia rischia ora di non arrestarsi tanto facilmente. Anche ieri è stata una giornata ad alta tensione tra Roma e Parigi, con scambi di accuse reciproche e un affondo del portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, che si è rivolto indirettam­ente ai vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini: «Le loro frasette polemiche non hanno impedito all’italia di entrare in recessione economica». E per l’inevitabil­e ricucitura, Griveaux, alla domanda sulla disponibil­ità espressa da Salvini a incontrare il presidente francese, chiarisce che l’interlocut­ore è l’inquilino di Palazzo Chigi: «...c’è un presidente del Consiglio in Italia e si chiama Giuseppe Conte e Macron lo ha già incontrato molte volte».

In realtà la giornata si era aperta con un tentativo del ministro Salvini, che ha parlato in Abruzzo in una delle tappe della campagna elettorale, di invitare a Roma il suo omologo francese, Christophe Castaner, per approfondi­re il dossier sugli ex terroristi che si trovano ancora in Francia: «Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione». Ma il tono non è piaciuto al ministro francese: «Non mi faccio convocare. Con Matteo Salvini abbiamo avuto uno scambio di vedute anche sulla questione dei migranti. Il dialogo tra noi è costante. È necessario che sia rispettoso». Immediata la frenata del vicepremie­r: «Ovviamente io non voglio né posso convocare nessuno: sarò lieto di ospitare, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi». E in cima alla lista c’è la distribuzi­one nella Ue dei migranti sbarcati in Italia perché, sottolinea­no fonti del Viminale, la Francia «ha cambiato idea sulla Sea Watch. Prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici».

Il vicepremie­r Luigi Di Maio — il suo incontro con un discusso leader dei gilet gialli è considerat­o a Parigi la goccia che ha fatto traboccare il vaso — ha scritto una lettera a Le Monde: «Noi guardiamo al vostro popolo come a un punto di riferiment­o e non un nemico, e le divergenze politiche e di visione fra il governo francese e italiano non devono ricadere sul rapporto di amicizia storico che unisce i nostri due popoli e i nostri due Stati». E, parlando in Abruzzo, ha poi aggiunto: «Noi siamo zen. Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia, ma il governo francese non può pretendere che si dialoghi solo con En marche. Con Macron siamo avversari politici ma facciamo parte di governi di popoli che sono amici».

Anche altri esponenti del M5S hanno alzato i toni di un’ottava: «È un peccato che la Francia non chieda scusa per l’intervento in Libia del 2011», ha detto il ministro Danilo Toninelli.

Tutto questo preoccupa il presidente della Confindust­ria Vincenzo Boccia, che chiede al premier Conte di farsi garante della normalizza­zione dei rapporti. Silvio Berlusconi (FI) ha detto che «queste sono cose che non devono capitare». Matteo Renzi (Pd) osserva: «Un governo che sostiene la dittatura di Maduro e che si schiera con i gilet gialli fa ridere il mondo». E il presidente della commission­e Ue, Jean Claude Juncker, ha annunciato che non potrà partecipar­e «per motivi di agenda» alla plenaria del Parlamento europeo con il premier Conte prevista per martedì.

I due ministri

Il ministro dell’interno francese replica al collega italiano: non mi faccio convocare

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