L’eliseo tiene il punto «Basta con i gesti ostili, la ricreazione è finita» E cita Forza Italia
Apertura sull’ambasciatore: tornerà a Roma
«Non si tratta di drammatizzare ma di dire “la ricreazione è finita”». La ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, riassume con formula da scuola elementare il senso del richiamo dell’ambasciatore Christian Masset. L’obiettivo della Francia non è alimentare l’escalation ma fermarla.
Far tornare a Parigi l’ambasciatore di un Paese europeo non si era mai visto, «ma d’altra parte non si era mai visto neanche il membro di un governo straniero (Di Maio, ndr) che viene in Francia per sostenere qualcuno (il gilet giallo Christophe Chalençon) che ha invocato la guerra civile, la destituzione del presidente e l’instaurazione di un governo militare». Nell’intervista a Radio Classique la ministra parla di quell’incontro come di un «gesto ostile da parte di qualcuno che dovrebbe essere un uomo di governo».
Il presidente Emmanuel Macron non si esprime direttamente sulla questione ma una fonte diplomatica considera che la mossa sta ottenendo gli effetti desiderati: «Abbiamo sottolineato la gravità della situazione, e vediamo che questo comincia a suscitare dibattito in Italia, anche nell’opposizione di destra vicina alla Lega come Forza Italia, nei media e nell’opinione pubblica».
Il riferimento a Forza Italia è interessante, perché indica attenzione verso le dinamiche interne al governo italiano e alle forze che lo compongono, nel momento in cui Lega e Cinque Stelle si dividono sulla Tav e l’esito delle prossime elezioni europee potrebbe riavvicinare Lega e Forza Italia.
Il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux, dopo avere evocato su radio Europe 1 la recessione economica italiana, aggiunge: «Quel che mi interessa è che un grande Paese come l’italia, partner della Francia, vada meglio. Per esempio proseguendo con il progetto Lyonturin (come i francesi chiamano la Tav, ndr), che permetterà all’italia del Nord, terra di elezione del signor Salvini, di avere migliori risultati economici, scambi commerciali più facili, e di progredire in competitività». Se questa crisi diplomatica dovesse avere in futuro qualche conseguenza sugli equilibri del governo a Roma, con il risultato magari di fare prevalere il sì alla Tav della Lega e di Forza Italia, Parigi potrebbe non esserne troppo dispiaciuta.
Per adesso si tratta di «dare uno stop alle provocazioni», un tentativo di resettare relazioni che stavano diventando troppo caotiche. «Non è un richiamo definitivo, l’ambasciatore tornerà a Roma», dice la fonte diplomatica, anche se non si fanno previsioni sul quando.
«Ci saranno ancora momenti difficili nella relazione franco-italiana, bisogna essere preparati, ma speriamo che ciò che è successo faccia riflettere l’opinione pubblica e i partiti politici». L’ambasciatore Masset tornerà a Palazzo Farnese, magari quando Di Maio e Salvini avranno accettato che la peculiarità del loro governo — due vicepremier più protagonisti del premier — non viene assecondata a livello internazionale.
«Quale rispetto nei confronti delle istituzioni italiane avremmo se il nostro presidente della Repubblica incontrasse il ministro dell’interno e non il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica italiani? Il presidente Macron potrebbe mai invitare il ministro dell’interno tedesco Seehofer invece che Angela Merkel? Oppure, il presidente del Consiglio italiano Conte potrebbe dire “invito il ministro francese Castaner, invece di Macron, perché mi sta più simpatico”? Non funziona così». Per adesso i contatti continueranno nelle sedi europee. «Non rompiamo i rapporti. Ma dovevamo fare un gesto forte per dire basta».