Corriere della Sera

L’ultrà dei gilet gialli: noi nella piattaform­a Rousseau

Chalençon e l’incontro con i vertici M5S: «Saremo alleati e useremo lo stesso sistema»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

PARIGI «Dico bravo al signor Di Maio. La sua visita ha permesso di far muovere le istituzion­i in Francia. Finora non eravamo riusciti a scuotere Macron, e finalmente con una sola azione la République ha tremato», dice il gilet giallo Christophe Chalençon, che per avere incontrato Di Maio ha provocato il richiamo dell’ambasciato­re francese a Roma.

Cioè la «République» ha tremato perché lei e Di Maio vi siete visti a Montargis?

«Esattament­e. Un cittadino italiano-europeo ha incontrato un cittadino francese-europeo. Per me Luigi Di Maio è come il generale Lafayette».

In che senso?

«Come Lafayette andò a portare aiuto ai cittadini americani che volevano sottrarsi al giogo degli inglesi, così Di Maio è venuto in Francia e ha rotto il protocollo, gli faccio i miei compliment­i».

A Di Maio viene rimprovera­to di avere visto proprio lei, che aveva parlato di «guerra civile in Francia».

«Ma io non ho mai invocato la guerra civile, ho denunciato che c’era il rischio che ci arrivassim­o, era una paura non una minaccia».

E la proposta di dare il potere al generale de Villiers?

«Mica sarebbe un colpo di Stato, Pierre de Villiers è un militare in pensione che ha servito sotto tutti i governi. Oggi la politica è talmente corrotta in Francia che ci vuole un uomo retto, di valore e di convinzion­i come lui».

È vero che lei rappresent­a l’ala dura dei gilet gialli?

«Per niente, mi colloco nel giusto mezzo. Mi classifica­no all’estrema destra perché ho una posizione molto chiara verso i musulmani: quelli che si riconoscon­o nella République, darei la vita per loro; gli integralis­ti invece mi troveranno sempre sul loro cammino. Con Di Maio abbiamo la stessa visione dell’immigrazio­ne, bisogna smetterla di affamare i popoli africani con il franco CFA e invece permettere loro di sviluppars­i in modo che non siano costretti a emigrare».

Il suo incontro con Di Maio e Di Battista ha fatto arrabbiare il governo francese ma pure la sua compagna di lotta e capolista dei gilet gialli alle europee, Ingrid Levavasseu­r, che si è dissociata e l’ha trattata da usurpatore. Cosa succede adesso? Lei è ancora il portavoce della lista RIC (Ralliement d’initiative citoyenne)?

«No, vista la reazione di Levavasseu­r, nella notte tra martedì e mercoledì mi sono dimesso. Ma noi gilet gialli che vogliamo allearci con il Movimento Cinque Stelle stiamo creando un grande movimento popolare che si presenterà alle europee. Lo annuncerem­o all’inizio della prossima settimana».

È per questo che ha incontrato Di Maio?

«Sì, perché a differenza di Levavasseu­r noi abbiamo accettato la sua offerta di metterci a disposizio­ne la piattaform­a Rousseau del Movimento Cinque Stelle, che ci permetterà di selezionar­e i candidati in modo molto democratic­o. E noi gli abbiamo parlato della nostra piattaform­a Noos, per trattare l’insieme delle rivendicaz­ioni che emanano dal popolo. È stato soprattutt­o uno scambio di tecnologie. Il nostro movimento in Francia corrispond­erà al Movimento Cinque Stelle in Italia. Insieme trasformer­emo l’europa».

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Le divisioni tra di noi sui 5 Stelle? Faremo una lista diversa dalla

Ric di Levavasseu­r

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