Detti, l’amico campione: è deciso come me, ce la farà
L’oro mondiale: «Fa parte della nostra famiglia, è una roccia»
In vasca erano un campione affermato e un atleta che studiava per diventarlo. Fuori «siamo due ragazzi simili, quasi coetanei, “cazzari”, tranquilli, alla mano, con i classici sogni da giovani… Senza problemi, prima che succedesse quello che è successo».
Gabriele Detti, 24 anni, oro mondiale degli 800 stile nel 2017, due bronzi olimpici a Rio 2016 nei 400 e nei 1.500 stile, ha conosciuto Manuel Bortuzzo a ottobre, quando il ragazzo venuto da Treviso ha cominciato ad allenarsi al Centro federale di Ostia, il laboratorio di fenomeni dove lavora anche Gregorio Paltrinieri. «E aveva, anzi ha, perché io voglio nutrire ancora la speranza che un giorno tutto possa tornare come prima, le carte in regola per fare grandi cose».
Manuel è un mezzofondista come lei…
«Già, gare dai 400 stile in su: ha scelto anche lui la fatica. In queste specialità serve tempo per ottenere risultati, ma il lavoro stava iniziando a dare i suoi frutti».
Da atleta più esperto gli dava consigli speciali?
«Solo di dare tempo al tempo. Abituarsi alle torture del Moro (il coach Stefano Morini, ndr) non è così immediato… Ma Manuel ha il carattere giusto per sopportare allenamenti simili e non ha mai battuto ciglio».
Infatti a lei e a Paltrinieri ha detto che appena torna «vi fa un c... così»…
«Un motivo in più per aspettarlo in vasca... Quella frase è proprio nel suo stile.
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Il legame
Siamo due ragazzi simili, tranquilli, alla mano, con i classici sogni da giovani Non avevamo problemi
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I colpevoli
Penso solo che ogni volta che si guarderanno allo specchio dovranno vergognarsi La sua reazione a questo dramma, compreso il modo in cui lui ha addirittura rincuorato la mamma, dimostra che Manuel ha due attributi grandi così. Non mi stupisce».
Lei glielo ha scritto anche in un post su Twitter: «Sei una belva».
«E ho aggiunto che io, Greg e tutto il gruppo di Ostia lo aspettiamo a braccia aperte! Quando arrivi al Centro federale è come entrare in una famiglia. E una famiglia ti aspetta e ti accoglierà sempre».
Qual è stata la sua reazione quando ha appreso la notizia?
«Mi hanno informato subito nella notte qui in Sierra Nevada (dove Gabriele sta preparando la stagione in altura, ndr) ed è stato terribile. Non ci volevo credere. Ho detto e pensato cose irripetibili. È atroce realizzare come in un secondo la vita di un ragazzo possa cambiare in questo modo».
I colpevoli hanno la sua età...
«Non voglio parlarne. Ho letto centinaia di commenti contro di loro, possono bastare… ● È campione mondiale in carica degli 800 metri stile libero, medaglia di bronzo nei 400 metri stile libero e nei 1.500 metri stile libero ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 Penso solo che ogni volta che si guarderanno allo specchio dovranno vergognarsi di quello che hanno fatto. E immagino che il tormento per quel gesto li accompagnerà per tutta la vita».
Lei vive a Ostia dal 2011, dove è arrivato 17enne sognando il successo proprio come Manuel. Conosce quelle zone? Ci era mai andato con lui?
«Certo. Noi del gruppo usciamo spesso insieme e quella piazza la conosco, anche se non è tra quelle che frequentiamo di più. Sinceramente, io non mi sono mai sentito in pericolo né ho avvertito dei rischi. Fino a quella maledetta sera, a me certe storie sembravano più da serie tv che da vita reale. E invece…».
Secondo lei Manuel come ricomincerà una vita completamente diversa da come l’aveva sognata?
«Non lo so e non oso nemmeno immaginare quanto sarà difficile per lui. Quello che so però è che Manuel è una roccia e ce la farà. Appena torno in Italia, è la prima cosa che gli dirò quando lo abbraccerò».