Corriere della Sera

La stretta ai consumi pensando alla crisi Crescono solo i cibi salutisti o sottocosto

Censis: il 70,5% è ai limiti di spesa. Corsa ai prodotti senza glutine, lattosio e zucchero

- 72.154 Rita Querzè

Lo studio

● Ieri è stato reso pubblico «Miti dei consumi, consumo dei miti», la fotografia più aggiornata sulle abitudini di spesa italiane

● La ricerca è stata realizzata dal Censis in collaboraz­ione con Conad nell’ambito del progetto «Il nuovo immaginari­o collettivo degli italiani» 1,1 1,4

Gli italiani hanno già fatto uno più uno. Il Paese è entrato in recessione, e quel segno meno davanti alla crescita del Pil si traduce al supermerca­to in un carrello più leggero. Il 70,5% degli italiani è convinto che nei prossimi dodici mesi non potrà aumentare i consumi. Se va bene, si tengono le posizioni. E infatti è proprio questo l’obiettivo. Ciascuno moltiplica le strategie per difendere il proprio tenore di vita. All’insegna dell’individual­ismo più spinto. E adottando comportame­nti solo in apparenza in contraddiz­ione tra loro. Con la spesa al discount che va a braccetto, di tanto in tanto, con un’incursione nei negozi del lusso.

Questo il quadro che emerge dalla ricerca «Miti dei consumi, consumo dei miti» realizzata da Censis in collaboraz­ione 1,4 1,4 1,4 1,4 1,3 1,3 1,4 1,5 con Conad. A dicembre 2018 l’istat stima una diminuzion­e dello 0,7% delle vendite al dettaglio in valore rispetto al mese precedente (meno 0,6% su base annua). E questo mentre il potere d’acquisto delle famiglie non è ancora tornato ai livelli pre-crisi, aggiunge l’indagine Censis-conad: meno 6,3% nel 2017 rispetto al 2008. Gli italiani preferisco­no tenere i soldi sul conto corrente: la liquidità è aumentata del 17,1% nei dieci anni che vanno dal 2008 al 2018. Come dire: all’orizzonte dell’economia si addensano nuove nubi e allora meglio tenere i soldi sotto il materasso. Un motivo in più per limitare la spesa.

Come si fa a risparmiar­e e mantenere intatto nello stesso tempo il tenore di vita? «Gli italiani comprano i prodotti che fanno stare bene, che consentono 1,6 1,8 2,0 2,2 operatori 3,4 3,0 2,51.024 gen-mag 2018 3,7 1.216 Grande distribuzi­one Dove si acquista Negozio specializz­ato di dire qualcosa di sé. Ecco perché crescono i prodotti bio (+8%), quelli «free from», cioè senza un ingredient­e che si considera nocivo (lattosio, sale, lievito, grassi...) e i supercibi come la pasta vegetale, gli antiossida­nti, gli integrator­i. Piace anche tutto quello che è italiano: le vendite dei vini doc e docg sono cresciute del 28%.

Quasi 37 milioni di italiani hanno comprato prodotti in totale autonomia, senza fidarsi di nessun suggerimen­to. Né della pubblicità, né di blogger e influencer. Nell’era dell’uno vale uno si dubita di tutto e di tutti, figuriamoc­i degli spot. Il 90,8% degli italiani non ha modelli a cui ispirarsi e il 49% è convinto che oggi chiunque possa diventare famoso. «La crisi che sta attraversa­ndo l’italia non è più solo economica

2018

1 Uova

2 Panetti croccanti

3 Confetture di frutta

4 Sostitutiv­i del latte

5 Olio extravergi­ne oliva 6 Latte fresco

7 Pasta integrale/ farro/kamut Frutta secca Yogurt intero Biscotti 8 9 10

Famiglie acquirenti bio

Valore acquisti bio

5,2% 16,5% ma anche sociale: la politica del rancore e dell’intolleran­za ha incoraggia­to la diffusione di un atteggiame­nto di chiusura e di ostilità», legge la realtà l’amministra­tore delegato di Conad Francesco Pugliese.

Tornando ai consumi, «la parola chiave nel 2019 è polarizzaz­ione — fa notare Sandro Castaldo, docente di marketing alla sda Bocconi —. Questo spiega da una parte la tenuta del lusso e il successo delle catene specializz­ate nel biologico, dall’altra il ritorno ai discount». Da leggere in quest’ottica nell’ultimo anno l’imporsi del colosso del discount tedesco Aldi che in Italia ha aperto una cinquantin­a di punti vendita. E il successo di Primark, nuovo marchio dell’abbigliame­nto low cost.

Vendite milioni € 113 106 101 67 Variazione % sul 2017

+20,4

+7,0 +7,2 +3,4 +12,6 +7,4

+27,9 18,3 7,8

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