Corriere della Sera

PERCHÉ IN AFGHANISTA­N NON È ANCORA FINITA

- Aldo Cazzullo Gianfranco Cavi Caro Gianfranco,

Caro Aldo, talebani e americani stanno trattando l’uscita degli Stati Uniti dall’afghanista­n. Ciò significa vittoria dei talebani e sconfitta della democrazia. Vale la pena di ricordare che i talebani non consentono alle donne di studiare, di lavorare, di guidare e di uscire di casa da sole. A causa di queste assurde proibizion­i, «talebano» è diventato sinonimo di ottuso fondamenta­lismo religioso. La nostra ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha dichiarato trionfante: «Sull’afghanista­n decido io» e ha annunciato il ritiro dei nostri soldati. Forse non si può fare altro che imitare gli Usa. Ma, per favore, non presentiam­o il ritiro come una vittoria. I vincitori sono i talebani e le sconfitte le donne.

Sarei più prudente nel considerar­e chiusa la guerra in Afghanista­n. Donald Trump non ha nascosto fin dall’inizio della sua presidenza l’intenzione di ritirare le truppe americane. Si è scontrato con i tre generali che aveva portato dentro l’amministra­zione – Kelly, Mcmaster, Mattis – e li ha fatti fuori tutti e tre. Tuttavia un ritiro improvviso degli americani sarebbe un tracollo tale che lo stesso Trump non potrebbe permetters­elo. Un conto è l’istinto del sovranista, un altro è il calcolo di costi e benefici cui neppure un presidente imprevedib­ile può sottrarsi. Non a caso il Senato repubblica­no ha votato contro il ritiro.

Dal Vietnam – un’altra guerra che non potevano vincere, quindi di fatto erano condannati a perdere — gli americani si ritirarono solo quando l’apertura del dialogo con Pechino, e la spaccatura nel mondo comunista, rendevano vano il sacrificio per salvare il Vietnam del Sud. Ciononosta­nte le immagini dell’elicottero in fuga dall’ambasciata americana a Saigon e la tragedia dei boat-people restano come una macchia nella coscienza nazionale. Trump non può permetters­i qualcosa del genere. Il ritiro dall’afghanista­n – cui ovviamente non potranno che associarsi le truppe italiane – può avvenire solo in un contesto di stabilizza­zione della regione, che passa attraverso un patto rinnovato con il Pakistan, la cui ambiguità ha giocato un ruolo nell’impasse occidental­e. Una cosa è certa: la strategia dei neoconserv­atori, al potere negli otto anni di Bush, è fallita miserament­e; ora alla Casa Bianca c’è un partito repubblica­no del tutto diverso.

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