Corriere della Sera

Mila Schön, la giapponese Cappotto kimono e tre colori

Ceduto nel ‘92 al gruppo Itochu, il marchio ritorna alle origini

- Gian Luca Bauzano

M arella Agnelli avanza al braccio dell’avvocato, incede leggera in un bianco caftano ricamato. L’ospite più sofisticat­a del Black&white Ball organizzat­o nel 1966 da Truman Capote a New York. La più elegante per i media di allora. Sbaragliò per l’estremo rigore del suo look. Quel caftano? Uno dei capolavori di Mila Schön, nell’olimpo dei grandi del made in Italy: la stilista (classe 1916, scompare nel 2008), in quel 1966 riceve negli Usa l’oscar della Moda, dopo aver conquistat­o, nel 1965 le passerelle italiane sfilando per la prima volta in Sala Bianca a Firenze invitata dal marchese Giorgini, collezione giocata su 25 sfumature di viola ammirata da Diana Vreeland. Un trionfo di capispalla in tessuti double: la cifra stilistica del suo style. Con il bianco e i colori accesi, i tessuti preziosi e i ricami artigianal­i. E il caftano.

Eccolo di nuovo protagonis­ta. Tra i capi «atelier» della collezione portabandi­era simbolo del ritorno del marchio: ceduto dalla stilista nel 1992 al potente gruppo giapponese Itochu nato nel 1858 e dopo un alternarsi di differenti direttori creativi, oggi la decisione del rilancio, a lungo meditato. Imminente il debutto: il 20 febbraio nella fashion week milanese il lancio del progetto Mila is Moving. L’idea alla base? Costruire con capi dallo stile essenziale (linee geometrich­e) e riconoscib­ile (tre i colori principali: bianco, rosso e nero); in materiali preziosi (cashmere, cotoni e sete double; lavorazion­i bouclé e jacquard nella maglieria), e puntando su pochi elementi basici abbinabili, partendo dai capispalla (cappotti a kimono o con bottoni a contrasto, un modello omaggio alla Scala; gonne in tre lunghezze; tracolle e clutch a completare): «Un guardaroba che sia il punto di vista odierno di quello stile poi divenuto “senza tempo” ideato da Mila Schön nei ‘60 e ‘70 puntando sull’uso di tessuti double — spiega la svedese Gunn Johansson, direttrice creativa del progetto, esperienze da Malo e Agnona, formazione in quel di Biella dove vive e si sposa —. Stile nato in quella Milano (Schön apre l’atelier

nel 1958 vicino a via Montenapol­eone ndr), animata da fermento artistico e culturale».

A sottolinea­re questo dna la scelta di usare una nuova etichetta Mila Schön Milano. «Il nostro sarà un lavoro graduale per entrare sui mercati italiano e internazio­nale — spiega Hiroaki Kikukawa, presidente Itochu Italia —. Senza tradire l’heritage del

marchio (di proprietà del gruppo l’intero archivio; tutto viene prodotto in Italia ndr) e pensando a uno stile simbolo di made in Italy, per donne dallo stile internazio­nale». E il cappotto a kimono appare perfetto per essere indossato ora da Megan Markle, Amal Clooney o Tilda Swinton.

 ??  ?? Capotto kimono pensato per essere indossato sia la mattina sia la sera realizzato in cotone double nero e avorio, colori amati dalla stessa Mila Schön
Capotto kimono pensato per essere indossato sia la mattina sia la sera realizzato in cotone double nero e avorio, colori amati dalla stessa Mila Schön
 ??  ?? Cappotto e T-shirt macro logo
Cappotto e T-shirt macro logo
 ??  ?? Gonna con bottoni a contrasto
Gonna con bottoni a contrasto
 ??  ?? La stilista Gunn Johansson
La stilista Gunn Johansson

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