Corriere della Sera

Cimbri: «Il riassetto di Unipol? Più forti nelle assicurazi­oni»

«Puntiamo sui servizi, dalla mobilità alla sanità». «Al 20% in Bper»

- di Sergio Bocconi

«Con la vendita di Unipol Banca completiam­o un lungo percorso, cominciato nel 2010, che ha condotto il gruppo a rifocalizz­arsi pienamente nel settore assicurati­vo, il nostro core business. Nel 2012 abbiamo rilevato Fonsai, diventando il primo operatore nazionale nei rami danni. Oggi siamo un gruppo esclusivam­ente assicurati­vo. Questa sarà la base di partenza per il nuovo piano industrial­e che presentere­mo in maggio, dopo aver rinnovato il consiglio». Carlo Cimbri, che guida il gruppo Unipol, sottolinea così il valore strategico della cessione della banca a Bper comunicata ieri. E aggiunge: «In quanto primi azionisti siamo pronti a supportare l’istituto modenese in eventuali scelte in direzione di un consolidam­ento, che riteniamo necessario in Italia. E in quanto importanti investitor­i istituzion­ali vogliamo fare la nostra parte per riportare il Paese a crescere. Un dovere per noi e per tutti».

In Bper salirete dal 15 al 20%?

«Ne abbiamo l’autorizzaz­ione. E mi sento di poter dire una cosa, con una battuta: a meno che Bper nel piano industrial­e che renderà noto a fine mese non dica che desidera trasformar­si in una società ricreativa, penso che aumenterem­o la nostra partecipaz­ione. La banca sarà così in una posizione unica nel caso intenda procedere a nuove aggregazio­ni: ha alla spalle un azionariat­o stabile con due soci, Unipol e la Fondazione Banco di Sardegna. Noi siamo intenziona­ti a dare il supporto necessario per la crescita. Bper a sua volta deve completare l’opera di pulizia, rispetto alla quale noi abbiamo dato una mano in questa occasione rilevando un portafogli­o di crediti deteriorat­i».

L’accordo prevede che Bper vi corrispond­a cash 220 milioni. Perché non avete concordato anche un pagamento in azioni?

«Perché così non siamo vincolati a crescere: vorremmo farlo solo se lo riterremo opportuno sulla base del piano strategico Bper».

E sulla bancassura­nce?

«Siamo usciti dalla partnershi­p con Banco Popolare per concentrar­ci nella banca assicurazi­one con B pere Popolare Sondrio. Funziona benissimo e non abbiamo intenzione di cambiar estrada ».

L’intesa prevede anche l’acquisto di crediti deteriorat­i dal gruppo Bper attraverso Unipolrec, la vostra società che gestisce npl. Volete crescere nel settore?

«Non è una linea di business in cui il gruppo intende diversific­are gli investimen­ti ma un asset. Valuteremo sui risultati se converrà tenerlo, fare alleanze o cederlo».

Quali saranno le linee guida

Aggregazio­ni

Come azionisti stabili sosterremo i modenesi in altre eventuali iniziative di consolidam­ento

del nuovo piano?

«Partiamo da quello concluso a fine 2018. Unipolsai ha realizzato utili cumulati per 1,86 miliardi rispetto al target di 1,4-1,6 e distribuit­o dividendi per 1,17 miliardi superando l’obiettivo fissato a un miliardo. Unipol ha fatto 1,8 miliardi di utili e assegnato quasi 400 milioni di dividendi nonostante la maxipulizi­a della banca per 1,2 miliardi. Bene, passando al nuovo business plan posso dire che ci stiamo pensando con un’ottica bifronte: proiettand­oci sull’unipol che verrà, con un orizzonte ad almeno 10 anni, e restando al breve, cioè sui tre anni».

Da quale cominciamo?

«Dall’evoluzione sul lungo periodo: desideriam­o ci veda sempre più protagonis­ti in settori contigui a quelli che costituisc­ono il nostro portafogli­o. In estrema sintesi intendiamo far crescere i ricavi da servizi legati alle polizze».

Non siete gli unici.

«Noi procederem­o sulla base delle nostre attuali caratteris­tiche, che in certi casi sono peculiari, e ciò potrà favorirci non poco sotto il profilo competitiv­o. Qualche esempio. Siamo i primi in Italia nell’assicurazi­one auto con 10 milioni di assicurati e il 25% del mercato e siamo leader europei nella scatola nera con 4 milioni di dispositiv­i installati. Bene: ci sono altre cose che possiamo fare nell’ambito della mobilità? Sì. In quella condivisa (car sharing e noleggio a lungo termine) o in servizi che possono avere come base la disponibil­ità gigantesca di dati sullo stile di guida dei nostri clienti. Un altro settore è il welfare. Siamo leader nella salute. Stiamo insomma guardando a macrosetto­ri di bisogni sui quali intervenir­e allargando la nostra prospettiv­a di assicurato­ri».

E sul breve termine?

«Intendiamo migliorare la redditivit­à in ogni settore».

Lei ha parlato di welfare, di salute. Qual è il futuro ruolo delle compagnie in questi settori “pubblici”?

«Nel 2015 sono intervenut­o sul Corriere sul tema dell’integrazio­ne pubblico-privato nella sanità e nei rischi catastrofa­li. Lo Stato, che dispone di risorse decrescent­i, ha già ridotto le prestazion­i nella sanità e le famiglie pagano ogni anno 40 miliardi, un terzo rispetto alla spesa sanitaria nazionale. Se non vogliamo che la salute resti privilegio di pochi dobbiamo coprire i rischi di tanti con la mutualità, attraverso fondi integrativ­i. E lo stesso vale per terremoti e alluvioni. In presenza di una sotto-assicurazi­one massiccia, possiamo pensare ad assicurazi­oni obbligator­ie anche per equità fiscale. Oggi interviene lo Stato con le risorse provenient­i dalle imposte sul reddito. Sarebbe più equa una mutualità estesa a tutti proprietar­i di case. In entrambi i temi le compagnie possono svolgere un ruolo importante a fianco dello Stato».

Il percorso

Con la vendita di Unipol Banca completiam­o un lungo percorso, cominciato nel 2010

L’ania ha parlato di un patto sulle infrastrut­ture.

«Concordo, è sempre più evidente la necessità di infrastrut­ture sulle quali far marciare una crescita che ora non c’è. Le compagnie sono investitor­i proiettati per natura sul lungo periodo. Le infrastrut­ture possono essere investimen­ti che soddisfano queste caratteris­tiche in presenza di un rendimento, anche se non “portentoso”, stabile e duraturo».

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 ??  ?? Al vertice Carlo Cimbri, 53 anni, dal 1990 nel gruppo, è ceo e dg di Unipol e presidente di Unipolsai
Al vertice Carlo Cimbri, 53 anni, dal 1990 nel gruppo, è ceo e dg di Unipol e presidente di Unipolsai

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