Il gasdotto Nord Stream 2, le nuove regole da applicare
La palla ora è in mano alla Presidenza rumena dell’ue, che ha ricevuto il mandato per negoziare con il Parlamento europeo un testo finale, nelle prossime settimane, che modifichi la direttiva Gas. La modifica, proposta nel 2017 ma ostacolata da Berlino, mira a estendere l’applicazione delle norme del mercato del gas dell’ue ai gasdotti da e verso i Paesi terzi. In pratica cambia le regole del gioco per il raddoppio del Nord Stream 2, il tubo già in costruzione che porterà il gas russo in Germania bypassando Ucraina e Polonia, correndo sotto il Mar Baltico. La pipeline, così com’è concepita (100% in mano a Gazprom, che è l’unico fornitore), non ha mai convinto la Commissione Ue né il Parlamento Ue, e tra gli Stati membri la Polonia e i Paesi dell’est perché accentua la dipendenza dalla Russia, da cui già importiamo il 47% del gas di cui abbiamo bisogno (dati terzo trimestre 2018). La modifica alla direttiva introduce la separazione della proprietà della rete da quella di chi produce il gas, e l’accesso del tubo a terzi. Lo sblocco è avvenuto grazie a un compromesso tra Berlino e Parigi. La Germania ha accettato che il Nord Stream 2 finisca sotto il controllo dell’ue ma ha ottenuto l’incarico di far applicare le regole. Questo apre a due opzioni, secondo l’eliseo: una riconfigurazione importante del progetto o una domanda di deroga dimostrando il rispetto delle regole della concorrenza.