Ubi, l’utile sale a 302 milioni Massiah: lavoriamo a un nuovo piano
Ubi porta a casa 302 milioni di utili, «miglior risultato dagli ultimi dieci anni», stacca un dividendo di 12 centesimi e vede in calo i crediti deteriorati a 9,7 miliardi (10,42% lordo, 6,72% netto) grazie alla piattaforma interna di recupero crediti («è una pietra angolare della nostra strategia», ha detto il ceo Victor Massiah escludendone la vendita); eppure in Borsa ieri Ubi ha chiuso in caduta del 4,3%.
«È un sintomo di sottovalutazione del titolo, comune a tutte le società bancarie, di una sfiducia che dobbiamo andare a modificare coi fatti», ha detto Massiah.
La banca — che nel 2018 ha erogato 10 miliardi alle imprese — sta per passare dal modello duale al monistico (per la cui presidenza si fa il nome di Letizia Moratti, attuale numero uno del consiglio di gestione). È al nuovo board che Massiah proporrà un nuovo piano industriale al 2022, dato che quello attuale si fonda su scenari non verificatisi: tassi negativi rispetto alla previsione di tassi leggermente positivi nel 2019, crescita prevista del Pil di 0,2%-0,6% anziché dello 0,9% previsto nel piano, credit spread più elevati, incertezze sui mercati. L’utile 2019 viene comunque visto in rialzo anche senza l’utilizzo dei crediti fiscali (Dta) che nel 2018 hanno portato l’utile contabile a 425,6 milioni. Massiah è pronto anche al risiko: «Non vogliamo essere marginali» su quello scenario e «siamo pronti a fare operazioni quando creano valore e la governance è chiara», come accaduto con Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti. «Se si venissero a creare condizioni analoghe guarderemo con attenzione».