Corriere della Sera

«Avevo 16 anni, la mia vita sconvolta dalla morte di papà»

- A. Laf.

d Dopo qualche tempo andai via di casa Mi aveva cresciuto con la sua passione per la comicità, la musica di Zappa e di Elio

SANREMO Fabio Rovazzi non ha ancora smaltito l’emozione. «Non è servito a far passare il dolore, quello resta». Giovedì sera era fra gli ospiti del Festival e ha concluso il suo sketch con un saluto al padre scomparso, una lettera commovente che grazie allo «share così alto» di Sanremo «forse arriva fino a lassù».

Il ricordo di suo papà, scomparso per un infarto . («Volevo salutarti, visto che l’ultima volta non ho fatto in tempo») quando lei era adolescent­e, ha commosso.

«A volte scrivo per sfogo personale. Questo era un racconto lungo e triste che finiva con quel passaggio. Farlo tutto sarebbe stato fuori contesto. Sanremo deve essere gioia, la musica è incontro».

La signora in prima fila era veramente sua mamma? Era preparata?

«Sì, ma non sapeva nulla del saluto a papà. Mi ha ripreso perché l’ho fatta piangere».

«In parte tutto questo è colpa tua». Cosa ha fatto suo padre?

«Mi ha cresciuto con la musica di Frank Zappa e Elio e le Storie Tese. Mi ha fatto vedere Arancia Meccanica, i film di Salvatores e i Monty Python. Faceva il medico ed è stato anche dirigente d’azienda, ma aveva una passione per la comicità intelligen­te».

Che segno ha lasciato la sua perdita?

«Ho avuto amici con problemi analoghi. E ho visto che Omaggio Fabio Rovazzi, 25 anni, sul palco del Festival di Sanremo le reazioni possono essere di due tipi: o scegli la via dell’autodistru­zione oppure quella della maturazion­e. Avevo 16 anni ed è stato un momento di crash per la mia crescita. Nel giro di pochissimo sono cresciuto di 10 anni. Il giorno dopo aver compiuto 18 anni me ne sono andato di casa».

Non ha cercato la protezione della famiglia o di proteggere la mamma?

«In quei momenti non sai mai come rispondere. I rapporti sono stati difficili all’inizio. Poi ci siamo riavvicina­ti».

Quel riferiment­o a lassù… È credente?

«Nì… Ho una relazione complicata con la fede. Il mondo ti mette alla prova, ho vissuto esperienze traumatich­e. E in parallelo mi sembra la fede stia perdendo valore».

Torniamo all’ariston...

«Non ho una cultura profonda sul Festival: sono del 1994. Per preparami ho cercato gli sketch del passato. Il livello monster è Fiorello».

Ma una canzone nuova?

«Sto lavorando su più progetti in campi diversi. Il primo sarà musicale, ma come sempre nasce prima l’idea per il video. E poi sto seguendo tutta la creatività delle campagne di Fiat e Wind, non solo un testimonia­l».

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 ??  ?? Abbraccio Arisa ha cantato con Tony Hadley «Mi sento bene»; nel frattempo i Kataklò ballavano
Abbraccio Arisa ha cantato con Tony Hadley «Mi sento bene»; nel frattempo i Kataklò ballavano

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