«Ci giochiamo le carriere»
L’inter a Parma per la svolta Spalletti scuote la squadra e aspetta i gol di Icardi a secco da 2 mesi in serie A
MILANO Per fare l’inter ci vuole Icardi, quello vero, non la fotocopia sbiadita che ha indossato la maglia numero 9 nelle prime settimane del nuovo anno. Maurito è il capitano e la speranza di una squadra che deve ritrovare in fretta se stessa dopo un gennaio nero in cui è stata sbattuta fuori dalla Coppa Italia e non ha vinto neppure una partita in campionato. Un brusco richiamo alla realtà dopo l’autunno d’oro. Andando avanti così il terzo posto è a rischio, come la panchina di Spalletti, nonostante le inevitabili assicurazioni dei dirigenti. E allora al Tardini, dove l’inter ha vinto uno scudetto ma la tradizione resta sfavorevole, e contro quel diavolo imprendibile di Gervinho che ha appena segnato una doppietta alla Juventus, serve una svolta «perché in ballo ci sono le nostre carriere», racconta l’allenatore. Ed è facile, nelle sue parole, leggere l’urgenza del momento.
Non è una vigilia banale, non lo è soprattutto per Spalletti che sa quanto sia indispensabile «ripartire». E non è solo una questione tattica: «In campo bisogna mettere tutte le nostre conoscenze, ma anche un po’ di cuore che può fare la differenza», il messaggio rivolto al gruppo, apparso apatico, quasi demotivato, contro Torino e Bologna, partite senza gioco e senza gol.
Tocca a Icardi scuotere l’ambiente. E un centravanti ha una sola strada per riuscirci: i gol. Maurito non segna, a parte la Coppa, da quasi due mesi, 56 giorni e 6 partite in cui più che del suo rendimento in campo si è parlato del rinnovo del contratto. Chissà
Questione di cuore In campo bisogna mettere tutte le nostre conoscenze, ma anche un po’ di cuore
che i due argomenti non siano legati da un filo invisibile, ma resistente. È probabile di sì perché l’incertezza, specialmente nei giocatori, provoca uno strano malessere e si riflette sul prato verde. Il resto lo ha fatto l’ingombrante Wanda, moglie ma anche manager del campione, che sbandiera tutto sui social o nelle comparsate televisive, alimentando sottili tensioni nell’ambiente nerazzurro. Secondo Spalletti non mancano solo i gol del centravanti «ma l’ultimo pezzetto delle nostre immense qualità. Icardi ha talento, ma il talento viene dopo il lavoro di squadra. Un giocatore da solo non basta. È
il gruppo che ci deve evitare certe cadute e rilanciare la nostra classifica». Può darsi. Ma quando Icardi segna, l’inter vola. Il contratto, invece, arriverà. Marotta non ha fretta anche perché non ha alcuna intenzione di accontentare Wanda, che di milioni per il marito nel vuole quasi 10 netti a stagione e per adesso non è arrivato neppure a 7. Ma nel frattempo l’inter deve ricominciare a correre perché la stagione sta entrando nel vivo e gli appuntamenti, con l’arrivo dell’europa League, si moltiplicheranno senza tregua.
Giocare, in un momento così, è anche un vantaggio. Ogni settimana si riparte da zero, ogni partita è un’occasione di rivincita, una nuova partenza. «La situazione è quella che è, servono risposte forti, subito», dice il tecnico. Vincere per riaggiustare la classifica e scacciare il fantasma di Conte, che ha messo pressioni su una squadra all’improvviso senza certezze. Spalletti però dice di non tremare per la sua panchina: «Con l’inter in estate ci siamo legati tre anni perché eravamo consapevoli di dover fare un percorso che avrebbe richiesto tempo. Per me la prospettiva non è cambiata». Il rischio è che sia cambiata per la società.
La prospettiva
Con la società ci siamo legati tre anni, perché eravamo consapevoli che serve del tempo