Corriere della Sera

«Quando gli italiani si batterono per la Francia»

- Paolo Pisanò

Allo scoppio della prima guerra mondiale, Peppino Garibaldi (nipote dell’eroe dei due mondi) creò a Parigi una «Legione Garibaldin­a» che inquadrò 2.114 uomini e 57 ufficiali e fu incorporat­a nell’armée (IV Reggimento di marcia del 1º Reggimento della Legione straniera - 4e régiment de marche du 1er étranger). Erano tutti italiani volontari con la camicia rossa dei garibaldin­i sotto la giubba della Legione. All’entrata in guerra dell’italia la Legione fu sciolta ma non pochi volontari continuaro­no a battersi sul fronte francese combattend­o anche a Verdun e nell’aisne sul micidiale «Chemin del dames». In quattro mesi la sola Legione Garibaldin­a ebbe 300 caduti e 400 feriti. Io ho avuto l’onore di conoscere un reduce dei Garibaldin­i di Francia: Vincenzo Battigalli ricordava il momento in cui, rientrando dalla prima linea laceri e sfiniti, i legionari italiani avevano attraversa­to, inquadrati, il primo paese delle retrovie popolato solo da donne e anziani. Gli abitanti raccolti all’ingresso del paese assieme al sindaco avevano aspettato il passaggio degli italiani esclamando: «In ginocchio, passano i soldati d’italia». Tutti i civili si erano inginocchi­ati mentre il reparto martoriato sfilava lentamente. Anche questa è storia (minima?) dei rapporti fra Italia e Francia. In memoria.

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