In Abruzzo vota uno su due Il centrodestra è avanti
In base ai primi dati il centrosinistra è secondo
Il centrodestra di Marsilio, il centrosinistra di Legnini e i 5 Stelle di Sara Marcozzi. Sarebbe questo il podio secondo i primi parziali degli instant poll effettuati per La7 sul voto per le Regionali in Abruzzo. Se lo scrutinio dovesse confermare questi numeri ci sarebbe un avanzamento del centrodestra «unito» (Fratelli d’italia, Lega e FI), Legnini (sostenuto da 8 liste di centrosinistra) porterebbe a casa un risultato che si ispira all’unità mentre per i 5 Stelle si tratta di tenere i voti.
ROMA L’abruzzo apre la serie di test elettorali del 2019 (oltre che per le Europee il 26 maggio, si voterà in Sardegna il 24 febbraio e poi in Calabria, Emilia-romagna, Piemonte e Basilicata) e già si conferma un calo dell’affluenza che continua a marcare le distanze tra i cittadini e le istituzioni rappresentative. E questo dato, paradossalmente, alla fine penalizzerebbe proprio il M5S che in Abruzzo ora rischia di finire in terza posizione.
Secondo l’instant poll Opinio/rai, è primo il candidato di centrodestra Marco Marsilio (44%) trainato dalla Lega, secondo Giovanni Legnini del centrosinistra (32%) e terza Sara Marcozzi (23%) del M5S. Ma le singole forchette, segnalano i primi instant poll de La7, sono ampie: Marsilio (4145%), Legnini 30-34%, Marcozzi 22-26%. Casapound viene data intorno all’1%
Alle 23, in circa metà dei comuni l’affluenza è al 50% quando alla stessa ora del 2014 (allora però nella stessa domenica si votava anche per le Europee) erano andati alle urne il 61,6% degli aventi diritto. Nel 2018, alle Politiche (con circa 200 mila aventi diritto in meno perché registrati per il voto all’estero) l’affluenza era stata del 61,3% alle 19 e del 75,2% alle 23.
La lunga maratona elettorale del 2019 parte con le elezioni anticipate in Abruzzo perché il governatore uscente, Luciano D’alfonso (Pd), si è dimesso optando per il seggio di senatore conquistato il 4 marzo. Il dato dell’affluenza in calo non ha però scalfito l’ottimismo che circola nel centrodestra unito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’italia, Udc, Dc) rinforzato dalle incursioni in campagna elettorale del vicepremier Matteo Salvini stavolta di nuovo alleato con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni: il candidato unitario, il senatore Marco Marsilio (FDI), è da giorni accreditato al 45% dai sondaggi e il dato, seppure in calo, verrebbe confermato dai primi instant poll. L’ex vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che ha atteso i risultati nella sua casa di Rocca Montepiano, avrebbe dunque rimesso in moto il centrosinistra dopo il disastro del 4 marzo: ma la spinta che ha toccato il 30 % non è stata sufficiente per confermare la leadership del centrosinistra alla Regione Abruzzo. Tuttavia la coalizione che sostiene l’avvocato Legnini avrebbe battuto Sara Marcozzi del M5S, che dal 4 marzo a oggi passerebbe dal 39% dei consensi al 24%. Un crollo più o meno previsto, tanto che la stessa Marcozzi ha preteso un paracadute con la candidatura, anche da consigliere regionale.
Con le urne aperte, Salvini ha ritenuto normale rompere il silenzio imposto dalla legge con lo slogan «io voto Lega»: «Chi non va a votare ha perso, libertà è partecipazione». A parte la citazione della canzone di Giorgio Gaber, le parole di Salvini veicolate dal suo account di Twitter hanno provocato forti proteste: «Il ministro viola la legge elettorale facendo propaganda», ha detto Nicola Zingaretti del Pd. «È la prima volta nella storia della Repubblica che un ministro dell’interno si permette di interferire a urne aperte», ha osservato Silvja Manzi segretaria dei radicali italiani.
Le polemiche
Un caso la violazione del silenzio elettorale: il ministro dell’interno invita a votare Lega