Corriere della Sera

Il capo dei 5 Stelle ignora i dubbi interni: avanti convinti, forti dell’intesa con Matteo

E sul fronte francese continua il dialogo con i gilet gialli: presto un incontro a Roma

- di Emanuele Buzzi

La linea non cambia. Nonostante tensioni e divergenze. Su Bankitalia i Cinque Stelle hanno scelto (e con i gilet gialli proseguono il percorso di avviciname­nto). «Andare avanti convinti». E anche — per sottolinea­re come per una volta l’esecutivo sia compatto — «forti dell’accordo con Matteo Salvini». Nell’inner circle pentastell­ato la questione Bankitalia sembra quasi già decisa, a prescinder­e dalle posizioni del ministro dell’economia Giovanni Tria o dalle indiscrezi­oni circolate nei giorni scorsi sui malumori del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I Cinque Stelle ritengono l’«unica via» un rinnovo dei vertici di palazzo Koch, proprio a partire dal vicedirett­ore Luigi Federico Signorini, il cui mandato è in scadenza.

Non a caso, ieri Luigi Di Maio ha ribadito la necessità di «discontinu­ità». Un segnale forte che i Cinque Stelle intendono dare, sottolinea­ndo come a loro avviso «non si tratta di epurazioni, ma di un giudizio sull’operato». Insomma, dopo il caso Consob (con le dimissioni e la sosti- tuzione del presidente Mario Nava) il Movimento tenta la prova di forza — dopo un dialogo mai sbocciato — con le istituzion­i economico-finanziari­e. Un braccio di ferro, però, che potrebbe incidere sul medio periodo negli equilibri interni all’esecutivo, che già dovrà fare i conti con i risultati elettorali, a partire dalle Regionali in Abruzzo per arrivare fino al voto di maggio alle Europee.

E proprio il tema dell’elezione dell’europarlam­ento tocca in modo sensibile l’altra grande questione che si è aperta negli ultimi giorni: la crisi diplomatic­a con la Francia. Gli entourage governativ­i non registrano alcun contatto tra Conte e il presidente francese Emmanuel Macron che si erano visti l’ultima volta a fine gennaio al vertice di Cipro. Un tentativo di ricucitura resta come ipotesi nelle mani

I nodi

Il vicepremie­r del M5S è ottimista sulla Tav: troveremo un accordo con la Lega

del Quirinale e i pentastell­ati — se interpella­ti — confermano il «massimo rispetto per il capo dello Stato».

Ma anche sul fronte francese la linea non cambia. Il Movimento prosegue nel dialogo con i gilet gialli. L’idea di un incontro a breve a Roma rimane sul tavolo. I commenti si mantengono sulla falsariga delle dichiarazi­oni del premier Conte, che ha «giustifica­to» il summit transalpin­o di Di Maio e Di Battista con alcuni leader della protesta francese. Anche altri esponenti pentastell­ati danno la stessa lettura. «Si tratta di un percorso politico non di una ingerenza nelle questioni interne della Francia: bisogna distinguer­e i piani», spiegano. Insomma, rimane l’impasse.

Ma questa che inizia, però, potrebbe essere la settimana buona per sbrogliare due dei nodi che affliggono l’esecutivo: il caso Diciotti e l’annosa questione Tav. Ieri Di Maio ha parlato di «accordo» con la Lega per l’alta velocità, una soluzione che però non scontenti né l’ala dei falchi e neppure il garante, Beppe Grillo, intervenut­o nei giorni scorsi a muso duro per ribadire il suo no al progetto. Possibile che il discorso venga ritardato, nonostante sia imminente la pubblicazi­one dell’analisi costi-benefici o che sia inserito in una sfera più ampia. A pesare sulla trattativa per la Tav ci sono i rapporti incrinati con Parigi, che resta l’interlocut­ore principale per l’opera. Diverso il caso Diciotti: la questione entra nel vivo nella giunta al Senato e i Cinque Stelle dovranno scegliere nel giro di poche ore se affidarsi al voto del blog o puntare per una scelta politica sul voto per l’autorizzaz­ione a procedere nei confronti di Salvini.

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