IL PARLAMENTO NON SERVE SOLO A SCHIACCIARE BOTTONI
Caro direttore, è iniziato il lungo iter parlamentare per la riduzione del numero di deputati e senatori. Se il taglio dei nostri rappresentanti verrà approvato, l’assemblea di Montecitorio avrà 400 componenti e quella di Palazzo Madama 200. Non sappiamo se questa riforma andrà in porto, non le sembra in ogni caso eccessiva l’enfasi con la quale è stata presentata dagli esponenti pentastellati? Avere un minor numero di parlamentari non risolve affatto il problema della qualità del personale politico. Caro signor Frattasi, R idurre il numero dei parlamentari non farà certo male al sistema politico e rappresentativo: 630 deputati e 315 senatori (più i senatori a vita) sono sicuramente tanti in confronto al numero di eletti negli altri Paesi come Francia, Germania e Spagna. Ma non mi sembra questo il problema fondamentale e giudico molto propagandistica l’enfasi dei Cinque Stelle sull’attuale riforma (ma allo stesso modo si comportò Matteo Renzi). Il tema vero mi pare la qualità dei nostri rappresentanti e il ruolo del Parlamento. Ora va molto di moda esaltare politici che sono lo specchio esatto
Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronica: scrivialdirettore@corriere.it della «gente», annullando tutto quello che un rappresentante deve avere: competenze, formazione, percorso di crescita, progetti seri e credibili da realizzare. Mi sembra che ci siano troppi eletti «per caso», conseguenza anche della fine di gran parte dei partiti e delle associazioni. Rilanciare la qualità dei rappresentanti è un primo punto. Il secondo è restituire al Parlamento un ruolo determinante, tirando fuori deputati e senatori dal triste destino di schiacciatori di bottoni: un sì o no a scelte fatte in altre sedi. Ho ascoltato professionisti ed esperti parlare con disperazione della propria esperienza parlamentare. Evitiamo questo precipizio, distinguiamo le funzioni di Camera e Senato per rendere la democrazia più efficace. Il numero poi sarà un problema secondario.