«Il mestiere di Fastweb è l’innovazione continua Sulla rete evitare sprechi»
Se c’è una cosa sulla quale tutti sembrano d’accordo, è la necessità che l’italia abbia il più rapidamente possibile connessioni sempre più veloci. Perché da questa rapidità dipende molto della crescita futura. Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb spiega:«da quando siamo nati, nel ‘99, abbiamo investito 9 miliardi di euro sulle infrastrutture. Siamo partiti per primi con la fibra, creando per primi una rete indipendente, poi con i data center e già dal 2016 abbiamo deciso di puntare sul 5G. L’innovazione, anticipando il mercato, è il nostro marchio di fabbrica e per noi oggi è rappresentata da queste tre piattaforme: fibra, 5G e cloud. Investimenti importanti perché i clienti sono sempre più attenti alla tecnologia e alla qualità Negli ultimi cinque anni abbiamo investito il 32,7% dei ricavi».
Diventa complicato però in un mondo sempre più competitivo…
«Bisogna anticipare i trend. Ci siamo rivolti alle famiglie, ma fin dall’inizio anche alle grandi aziende e su questo mercato ora siamo al 30%. C’è una sfida che si gioca sul prezzo, e le tariffe in questi anni sono scese, ma il punto centrale è legato al controllo delle performance e alla trasparenza. In questo devo dire, sono orgoglioso per il made in Italy tecnologico che rappresentiamo. Anche quest’anno siamo cresciuti e lo facciamo ininterrottamente da cinque anni. I nostri utili sono saliti da 28 milioni di euro nel 2015 a 106 dell’anno scorso».
Siete anche riusciti a risparmiare sul costo delle licenze 5g?
«Guardi che il 5g è davvero una rivoluzione, non è solo l’evoluzione del 4g. E’ una rete che sta a metà tra fisso e mobile. Sappiamo bene quanto può essere costoso arrivare nelle case con l’ftth, percorrere gli ultimi 250 metri per entrare nelle abitazioni. Con questa nuova tecnologia si potrà, ad esempio, arrivare a 1 giga di velocità con un’antenna messa sul balcone che dialoga con un’antenna messa a 250 metri di distanza. Connessioni paragonabili alla fibra. Potenza e flessibilità».
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La rete in fibra serve per dare una spinta alla crescita del Paese ma vanno evitati sprechi: utilizzare il 5G in certe aree invece della fibra a casa è un altro modo di realizzare infrastrutture a banda ultra larga
Ma questa tecnologia viene già utilizzata in altri Paesi?
«Verizon l’ha lanciata a Los Angeles, Houston e Sacramento. Va a 800 mega. Ed è un modo per accelerare i tempi e ridurre i costi».
A proposito di rete, Tim e Open Fiber hanno ripreso i loro colloqui per una combinazione, tra le reti. E voi?
«Dividerei il ragionamento sul lungo e sul breve periodo».
Cominciamo dal breve.
«Se guardiamo ai prossimi 18-24 mesi ci sarebbe un modo razionale per gestire la transizione, Flash fiber, la società che condividiamo con Tim, e Open Fiber, invece di buttare via i soldi, potrebbero ragionare in termini di coinvestimento. Si dividono le spese e poi ciascuno offre sulla propria rete quello che vuole. Cooperazione per la rete e competizione sui servizi. Si potrebbe risparmiare fino al 50% sui costi di scavo e si eviterebbe di bucare due volte le strade».
E per il lungo periodo...
«Non mi permetto di entrare nelle scelte degli altri. Capisco che ci sono analisi legate agli sviluppi occupazionali e agli equilibri di sistema. Sullo scorporo siamo neutrali purché la competizione per tutti venga preservata. E’ l’unica condizione. In questi anni vediamo che i clienti, famiglie e imprese vogliono connessioni, dati, servizi di data center. La fibra serve per dare una spinta alla crescita del Paese, ma vanno evitati sprechi: utilizzare il 5g in certe aree invece della fibra a casa è un altro modo di realizzare infrastrutture a banda ultralarga in modo efficiente e rapido».