Corriere della Sera

CROCEVIA SARDEGNA

AL CENTRO DI UNA RETE DI CULTURE NEL MEDITERRAN­EO DELLA PREISTORIA

- di Raimondo Zucca

Nel 1922 uno dei fondatori delle Annales in un capitolo della sua «La Terre et l’évolution humaine», lavoro fondamenta­le nella critica del determinis­mo insulare, propone il concetto chiave di île-carrefour, contrappos­to a îles-prisons-conservato­ires, assumendo come simbolo delle isole crocevia di culture la Sicilia (e Creta) e delle isoleprigi­one o conservatr­ici la Sardegna (e la Corsica). Tale opposizion­e è giudicata inaccettab­ile nel corso della ricerca degli ultimi decenni da numerosi studiosi come Carmine Ampolo della Scuola Normale di Pisa.

La Mostra cagliarita­na «La Civiltà e il Mediterran­eo» vuole offrire il caleidosco­pio delle culture dell’isola dal neolitico (7500 anni fa) alla metà del primo millennio a. C., nel quadro delle relazioni tra la Sardegna, l’occidente e l’oriente mediterran­eo, ma anche con i territori continenta­li, la Spagna, la Francia, la penisola italica, la Grecia, l’anatolia, il Vicino Oriente, l’africa mediterran­ea e le isole: Cipro, Creta, Sicilia, Corsica, Baleari fino alle isole atlantiche dell’arcipelago gaditano (Cádiz-spagna).

Non è più la stagione, naturalmen­te, del dogma ex Oriente lux di Oscar Montelius («Der Orient und Europa», Stoccolma 1899), che inaugura il modello diffusioni­sta delle culture d’oriente generatric­i dell’imprinting alle culture occidental­i dell’età del Bronzo. Nel 1949 l’opera «Civiltà e Imperi del Mediterran­eo nell’età di Filippo II» di Fernand Braudel rovescia la prospettiv­a tradiziona­le della storia dei territori continenta­li, centrando il focus sul Mediterran­eo delle culture, delle economie e delle storie, più che sui protagonis­ti degli imperi.

La storia delle culture mediterran­ee non è una storia di dominazion­i ricorrenti, ma è costituita da storie frammentar­ie come le miriadi di paesaggi del Mediterran­eo. Storie di incertezze climatiche, demografic­he, epidemiche, produttive. Storie di indigeni accoglient­i l’ospite o lo straniero (xenos nell’uno o nell’altro caso). Storie di auto-ctovicinia­mo ni trucidati o vincitori sugli uomini di navi d’oltremare. Storie di pace e di guerra. Storie di viaggi, di «ritorni» (i nostoi dell’epica greca), di venti (l’otre donato da Eolo a Odisseo), di naufragi, di eroi e di pirati, di mostri e di donne ammalianti.

La Mostra di Cagliari è tutto questo: le imbarcazio­ni neolitiche che varcano il mare a recare l’ossidiana in Corsica, Toscana, Liguria, Provenza. La Sardegna dell’età del rame che partecipa al grande network occidental­e del vaso campanifor­me o la cultura del sud est spagnolo di El Argar del 2300 a. C. che invia nell’isola fermenti tecnologic­i e culturali del periodo del bronzo.

Ma i Sardi, pregni della connettivi­tà delle culture del Mediterran­eo, hanno elaborato la loro civiltà. La Mostra aiuta a capire i percorsi dei popoli sardi dell’età del Bronzo con l’architettu­ra dei nuraghi, delle tombe dei giganti, guardata con ammirazion­e dai Greci come opera del mitico architetto Dedalo. Ma quando ci av- agli ultimi secoli del II millennio le navi da Oriente a Occidente si incrociano in Sardegna. Dal mondo atlantico arrivano armi e spiedi in bronzo; dal Peloponnes­o miceneo, da Creta e dalla lontana Cipro giungono in Sardegna i vasi da mensa dipinti già del tempo mitico di Pelope, l’avo di Agamennone. Da Cipro arrivano anche i mirabili tripodi in bronzo e gli oxhide ingots (i lingotti di rame purissimo dei monti Troodos), portati da navi come quelle naufragate tra il 1350 e il 1200 a Ulu Burun e a Capo Gelidonia, sulla costa turca mediterran­ea, di fronte alla solare isola di Kastellori­zo.

Ma non sono solo navi straniere quelle che portano beni e tecniche in Sardegna: i Sardi sono sulle loro navi, a cavallo tra secondo e primo millennio, in Sicilia, a Creta, a Tirinto in Argolide, a Cipro, dove a Pila Kokkinokre­mos scavi straordina­ri stanno mettendo in luce vasi nuragici del 1235 /1175 a. C. in un centro di ciprioti e micenei e sardi, dove arriva il piombo argentifer­o della ricchissim­a Sardegna.

La Sardegna, dunque, esce dal paradigma fevriano di «isola-prigione» acquisendo, nella coscienza storiograf­ica contempora­nea, il ruolo di carrefour in una ruta de las islas che dall’antichità ci porta al medioevo.

Autonomia e legami

I Sardi hanno elaborato il loro mondo poi le navi di Oriente e Occidente si sono incontrate qui

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 ??  ?? Divinità Sotto, un demone eroe in bronzo, età nuragica. A sinistra, un mosaico con la dea Cerere
Divinità Sotto, un demone eroe in bronzo, età nuragica. A sinistra, un mosaico con la dea Cerere

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