Corriere della Sera

Il polacco parla con i gol ed è già scattato il feeling con San Siro: così il mercato ha trasformat­o la squadra

- Carlos Passerini

hanno fornito una risposta eloquente, sono la prova che l’ex genoano sta riuscendo là dove l’argentino aveva fallito. Anche il feeling con San Siro è già scattato, vedi il travolgent­e «pum pum pum» cantato in coro dopo la rete al Cagliari. Kris non parla, segna. Non gioca a pallone, tira in porta. Per questo piace, per questo trascina. In testa ha solo la porta: 6 tiri nello specchio e 4 gol, media spaventosa. Parole poche ma idee chiarissim­e, anche sui dettagli, come quando gli hanno detto che il suo allenatore lo ha paragonato a Robocop per la freddezza: «Io preferisco Pistolero». E così sia.

L’altra metà della P2 ha invece uno sguardo felice e triste, allo stesso tempo. È quello di Paquetà, a segno per la prima volta con la maglia del Milan nei giorni per lui durissimi del dramma del Flamengo. Difficile scordare l’immagine della sua gioia mista alle lacrime dopo la rete del 2-0. Nel convitto di Rio dove sono morti dieci ragazzini, lui ci è cresciuto. «Sogno, ma è un momento duro» ha ammesso in coda alla gara col Cagliari che lo ha visto protagonis­ta. «Un talento straordina­rio» dice di lui Gattuso, che non manca mai di sottolinea­re la rapidità del suo processo di europeizza­zione. Va tenuto però più vicino alla porta, chissà che non sia una soluzione ideale quando a centrocamp­o rientrerà Biglia. Ci vorrà però ancora un po’.

Per ora la testa deve andare solo e soltanto all’atalanta e al cruciale scontro diretto di sabato, prima tappa dell’affollata ed elettrica corsa al quarto posto. I Gasp boys sono la squadra più in forma del momento, ma il Milan a Bergamo parte con un piccolo ma non secondario vantaggio: con un pari resta avanti.

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