«È la strada giusta, e noi la seguiremo Il Mezzogiorno? Non è minacciato»
Presidente Giovanni Toti, il sottosegretario all’economia Massimo Garavaglia e il ministro agli Affari Regionali Erika Stefani hanno appena annunciato l’accordo sull’autonomia differenziata. Cosa ne pensa?
«È un’ottima notizia. Soprattutto perché leggendo i dettagli si parla di una compartecipazione al gettito d’imposta e quindi di un finanziamento primario alle Regioni. E vuol dire che la via dell’autonomia ha preso il cammino giusto. Bene».
Anche voi, come Regione Liguria, vi muoverete in questa direzione?
«Il modello Veneto, ad esempio, è superiore al modello ligure. La nostra richiesta è differente, noi chiediamo l’autonomia in meno materie. Dunque se c’è l’accordo con la Regione di Zaia l’autonomia ligure sarà un cammino in discesa».
Su cosa punterà il modello ligure?
«Noi punteremo su quello che più ci è caro. Ovvero sull’autonomia dei porti e della rete logistica. Due materie su cui si potrebbe avvantaggiare non solo la Liguria ma l’intero Nordovest. Dai primi giorni di marzo inizieremo una vera e propria trattativa con l’esecutivo che ci auguriamo di concludere nel miglior modo».
Tuttavia le regioni del Sud non ci stanno. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, annuncia battaglia e assicura che «faremo di tutto per bloccare il processo perché l’autonomia disgrega l’unità d’italia».
«Secondo me sbagliano le regioni del Sud a sentirsi minacciate. Anche loro dovrebbero richiedere maggiore autonomia. Ne ho parlato con l’amico Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana, ed è profondamente d’accordo con me».
Non teme però che questa tipo autonomia potrebbe allontanare il Nord dal Sud paese?
«No, io credo che uno Stato centrale forte ed un’autonomia regionale altrettanto forte siano il miglior equilibrio costituzionale possibile».
Uno Stato centrale forte e una autonomia regionale penso che siano il migliore equilibrio possibile