Corriere della Sera

Quota di tasse alle Regioni, il gettito extra resta sul posto Ma i Cinque Stelle frenano

Il documento prevede una verifica ogni due anni dei fabbisogni

- di Marco Cremonesi

Autonomia, le risorse son queste. Al termine di un’ultima riunione al ministero delle Autonomie, è stato messo nero su bianco il testo dell’accordo necessario ad avviare il nuovo corso per Veneto, Lombardia ed Emilia-romagna. La novità è contenuta all’articolo 5 dei decreti «cugini» che riguardera­nno ciascuna delle tre regioni e saranno discussi questa sera in Consiglio dei ministri. Certo, restano da sciogliere alcuni «nodi politici», per dirla con la ministra alle Autonomie Erika Stefani, che riguardano le competenze da trasferire, dalla sanità alle infrastrut­ture. E certamente tra i 5 Stelle c’è chi concorda, almeno su questo, con la ministra. Ma al vertice del Movimento restano i dubbi: «Un accordo politico ancora non c’è». La cornice finanziari­a però sarebbe stata acquisita durante la riunione a cui hanno partecipat­o, oltre che Stefani, anche i sottosegre­tari al ministero delle Finanze Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci.

L’attribuzio­ne delle risorse sarà determinat­a da commission­i paritetich­e Stato-regioni che per stabilire le cifre faranno inizialmen­te riferiment­o alla spesa sostenuta dallo Stato nella Regione, la cosiddetta spesa storica. Poi, per ogni singola materia, andranno stabiliti entro un anno dall’entrata in vigore del decreto i cosiddetti «fabbisogni standard». Trascorsi tre anni, se non fossero ancora stati adottati i fabbisogni, l’ammontare delle risorse «non potrà essere inferiore al valore medio nazionale procapite della spesa statale» per l’esercizio di quelle funzioni. Al comma 2 è scritto ben chiaro che «dall’applicazio­ne dell’intesa non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

Come saranno finanziate le nuove competenze? In primo luogo grazie a «una comparteci­pazione al gettito maturato nel territorio regionale» dell’irpef e di «eventuali altri tributi erariali». E poi, da «aliquote riservate» nell’ambito di quelle già esistenti. Il comma 3 della bozza prevede «l’eventuale variazione di gettito» maturato nella Regione «è di competenza della Regione». Insomma, l’eventuale di più incassato sul territorio rispetto ai tributi comparteci­pati, rimarrà alla Regione. La commission­e Stato-regione ogni due anni dovrà verificare «la congruità delle comparteci­pazioni e delle riserve di aliquota prese a riferiment­o per la copertura dei fabbisogni Insieme

Il governator­e del Veneto, Luca Zaia, 50 anni, con il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, 47 anni standard», mentre questi ultimi saranno individuat­i da un «apposito Comitato Statoregio­ni che il governo si impegna a istituire».

Per la Lega, la materia è incandesce­nte. Si tratta di uno storico cavallo di battaglia per cui sono stati portati al voto referendar­io milioni di veneti e di lombardi. Mentre l’ostilità di una parte dei 5 stelle — non quelli delle due regioni che sono andate a referendum — è certificat­a da innumerevo­li dichiarazi­oni e interrogaz­ioni parlamenta­ri. Matteo Salvini ne è consapecun­i vole. Non per nulla l’altra sera, alla riunione dei parlamenta­ri leghisti da lui convocata, è stato molto netto nella raccomanda­zione di «abbassare i toni e non cadere nelle provocazio­ni» per non compromett­ere l’equilibrio delicato su cui si basa la trattativa. Al- degli eletti presenti hanno avuto la sensazione che Salvini parlasse a loro «ma il destinatar­io vero del messaggio fossero i governator­i» che in questi mesi non hanno fatto mancare al governo sollecitaz­ioni vivaci.

I finanziame­nti

I fondi attraverso l’irpef. Nei primi tre anni il riferiment­o sarà la spesa «storica»

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