«Troppe auto e semafori gestiti male Il traffico si evita con la tecnologia»
L’esperto Pagliari: ecco quali sono le cause che producono un ingorgo in città
● Pagliari è laureato a Roma in Ingegneria dei trasporti e sostiene che il sistema dei limiti andrebbe rivisto, prevedendo solo 5 tipologie: 3050-70-90-110 chilometri orari
Mega ingorghi senza un motivo apparente, a Milano come a Roma. Che risulta anche la seconda capitale del mondo per numero di ore passate al volante dai guidatori. Come mai? Mentre il Parlamento discute il nuovo Codice della strada, ecco una spiegazione di che cosa provoca il traffico.
Enrico Pagliari, da presidente degli ingegneri del traffico della Aiit (Associazione Italiana Ingegneria per il Traffico e i Trasporti), cosa produce gli ingorghi?
«Il fatto che la capacità delle strade viene superata dal numero dei veicoli. Può accadere perché arrivano troppe auto tutte insieme, ma anche perché la strada viene ridotta per motivi accidentali. L’esempio più tipico: le auto in doppia fila che generano uno strozzamento del flusso. Ma c’è molto altro».
Ad esempio?
«L’incidente nell’altra carreggiata che spinge a rallentare. O i lavori stradali. Non c’è un calendario preciso esposto in anticipo e non si danno mai alternative per evitarli».
I semafori funzionano bene?
«Lì si è investito poco. Oggi ci sarebbero le tecnologie per fluidificare il traffico».
Sincronizzandoli meglio?
«Sì, ma non solo. Si può legare il ciclo di rosso e verde al numero di veicoli che arrivano. Quello che fanno “a occhio” i vigili, possono già farlo tecnologie sofisticate che consentono anche di più».
Ovvero?
«Infrastrutture smart che, dialogando con auto di ultima generazione, possono far comparire sul cruscotto un messaggio che avverte del pericolo in arrivo. E, in futuro, agisca sul freno».
Le rotonde non aiutano?
«Non sempre. Se sono grandi, come negli Usa, sì. Altrimenti, se organizzato, funziona meglio un semaforo».
C’è chi si lamenta per i limiti
30% Le strade che secondo uno studio condotto dagli ingegneri del traffico andrebbero destinate alla viabilità per sole auto, in una città come Roma, per snellire la circolazione: nel restante 70 per cento delle vie dovrebbero muoversi pedoni e cicli
di velocità in alcune vie urbane, considerati troppo bassi, che mandano il traffico in tilt.
«Il sistema dei limiti andrebbe rivisto tutto. E ne basterebbero di 5 tipi (30-50-7090-110 km/h). Alcuni sono assurdi. Ogni strada ha una velocità di progettazione che va verificata negli aspetti funzionali: ad esempio se ci sono pedoni o ciclisti».
Il nuovo codice incentiva l’uso delle bici. Il traffico diminuirebbe?
«No. Credo che avremo più morti e più feriti».
Perché?
«L’esposizione al rischio è più alta. Ci sono studi che dicono che un ciclista rischia 50 volte di più di subire un incidente rispetto a un’auto. E se procedesse controsenso sarebbe peggio. Per un automobilista veder spuntare d’improvviso un ciclista crea una distrazione. Noi proponiamo una viabilità doppia: una in cui le auto sarebbero ospiti, l’altra con ciclisti solo su piste chiuse e attraversamenti con semafori».
E nelle città storiche?
«Lo studio che abbiamo fatto su Roma mostra che destinando il 30% delle strade alla viabilità per sole auto e il 70% a pedoni e cicli il traffico migliorerebbe molto».