Corriere della Sera

«Troppe auto e semafori gestiti male Il traffico si evita con la tecnologia»

L’esperto Pagliari: ecco quali sono le cause che producono un ingorgo in città

- Di Virginia Piccolillo

● Pagliari è laureato a Roma in Ingegneria dei trasporti e sostiene che il sistema dei limiti andrebbe rivisto, prevedendo solo 5 tipologie: 3050-70-90-110 chilometri orari

Mega ingorghi senza un motivo apparente, a Milano come a Roma. Che risulta anche la seconda capitale del mondo per numero di ore passate al volante dai guidatori. Come mai? Mentre il Parlamento discute il nuovo Codice della strada, ecco una spiegazion­e di che cosa provoca il traffico.

Enrico Pagliari, da presidente degli ingegneri del traffico della Aiit (Associazio­ne Italiana Ingegneria per il Traffico e i Trasporti), cosa produce gli ingorghi?

«Il fatto che la capacità delle strade viene superata dal numero dei veicoli. Può accadere perché arrivano troppe auto tutte insieme, ma anche perché la strada viene ridotta per motivi accidental­i. L’esempio più tipico: le auto in doppia fila che generano uno strozzamen­to del flusso. Ma c’è molto altro».

Ad esempio?

«L’incidente nell’altra carreggiat­a che spinge a rallentare. O i lavori stradali. Non c’è un calendario preciso esposto in anticipo e non si danno mai alternativ­e per evitarli».

I semafori funzionano bene?

«Lì si è investito poco. Oggi ci sarebbero le tecnologie per fluidifica­re il traffico».

Sincronizz­andoli meglio?

«Sì, ma non solo. Si può legare il ciclo di rosso e verde al numero di veicoli che arrivano. Quello che fanno “a occhio” i vigili, possono già farlo tecnologie sofisticat­e che consentono anche di più».

Ovvero?

«Infrastrut­ture smart che, dialogando con auto di ultima generazion­e, possono far comparire sul cruscotto un messaggio che avverte del pericolo in arrivo. E, in futuro, agisca sul freno».

Le rotonde non aiutano?

«Non sempre. Se sono grandi, come negli Usa, sì. Altrimenti, se organizzat­o, funziona meglio un semaforo».

C’è chi si lamenta per i limiti

30% Le strade che secondo uno studio condotto dagli ingegneri del traffico andrebbero destinate alla viabilità per sole auto, in una città come Roma, per snellire la circolazio­ne: nel restante 70 per cento delle vie dovrebbero muoversi pedoni e cicli

di velocità in alcune vie urbane, considerat­i troppo bassi, che mandano il traffico in tilt.

«Il sistema dei limiti andrebbe rivisto tutto. E ne basterebbe­ro di 5 tipi (30-50-7090-110 km/h). Alcuni sono assurdi. Ogni strada ha una velocità di progettazi­one che va verificata negli aspetti funzionali: ad esempio se ci sono pedoni o ciclisti».

Il nuovo codice incentiva l’uso delle bici. Il traffico diminuireb­be?

«No. Credo che avremo più morti e più feriti».

Perché?

«L’esposizion­e al rischio è più alta. Ci sono studi che dicono che un ciclista rischia 50 volte di più di subire un incidente rispetto a un’auto. E se procedesse controsens­o sarebbe peggio. Per un automobili­sta veder spuntare d’improvviso un ciclista crea una distrazion­e. Noi proponiamo una viabilità doppia: una in cui le auto sarebbero ospiti, l’altra con ciclisti solo su piste chiuse e attraversa­menti con semafori».

E nelle città storiche?

«Lo studio che abbiamo fatto su Roma mostra che destinando il 30% delle strade alla viabilità per sole auto e il 70% a pedoni e cicli il traffico migliorere­bbe molto».

 ??  ?? Lo schiaffo Daniele Piervincen­zi nel momento in cui viene colpito in faccia nel quartiere Rancitelli di Pescara durante un’inchiesta
Lo schiaffo Daniele Piervincen­zi nel momento in cui viene colpito in faccia nel quartiere Rancitelli di Pescara durante un’inchiesta

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