Corriere della Sera

Il vaccino anti Aids aiuta i malati, ma il virus non è sconfitto

- di Cristina Marrone

Un vaccino terapeutic­o tutto italiano potrebbe rappresent­are un passo avanti per migliorare la condizione di pazienti sieroposit­ivi in terapia antiretrov­irale. La somministr­azione del vaccino Tat (che agisce sulla proteina Tat, che permette la replicazio­ne del virus) potrà forse consentire il controllo dell’infezione senza ricorrere, almeno per un periodo, alla terapia farmacolog­ica, che al momento però consente la sopravvive­nza di milioni di persone infettate dall’hiv. Il condiziona­le è d’obbligo. Sono 35 anni che si studiano vaccini per combattere il virus responsabi­le dell’aids e finora tutte le sperimenta­zioni si sono concluse con un fallimento. Il vaccino in questione è stato oggetto di una sperimenta­zione su 92 pazienti trattati otto anni fa e reclutati in otto ospedali italiani. La ricerca, pubblicata sulla rivista Frontiers in Immunology, è stata guidata da Barbara Ensoli, direttore del Centro nazionale per la ricerca su Hiv/aids dell’istituto Superiore di Sanità. Dev’essere chiaro che non siamo di fronte alla soluzione per vincere l’aids. Almeno non per adesso, perché non è assolutame­nte scontato che il vaccino terapeutic­o possa un giorno sostituire la terapia antivirale. Inoltre, bisogna sottolinea­re che si tratta di un vaccino terapeutic­o, che quindi non può prevenire l’infezione, ma è in grado di stimolare il sistema immunitari­o della persona infetta: va dunque somministr­ato a chi è già sieroposit­ivo. Oggi l’unico modo per evitare il contagio resta l’uso del preservati­vo. Il virus Hiv non può essere eliminato dalla terapia antiretrov­irale perché persiste, senza replicarsi, in alcune delle cellule infettate. Questa forma «silente» costituisc­e un «serbatoio di virus latente» che è inattaccab­ile dalla terapia. L’interruzio­ne della cura determina la ripresa dell’infezione. Per questo è necessario assumerla ininterrot­tamente per tutta la vita. Lo studio appena pubblicato ha dimostrato una riduzione del virus latente (oltre che il mantenimen­to di anticorpi anti-tat). La speranza dei ricercator­i è un ulteriore passo: bloccare l’azione della proteina Tat e consentire ai pazienti vaccinati di controllar­e l’infezione per sempre, senza bisogno di farmaci. Obiettivo ambizioso, ma è necessario un nuovo studio clinico per chiarire se la vaccinazio­ne, da sola, sarà in grado di bloccare la replicazio­ne del virus una volta sospesa la terapia antiretrov­irale.

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