Nadia Toffa e la battaglia contro il tumore «C’è un compagno che mi sta vicino»
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● Sul numero di «Liberitutti» in edicola domani parla Cristina Fagozzi, più conosciuta in Rete come l’estetista Cinica
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Profonda fragilità, ma altrettanta grinta nel reagire. «Rivendico il diritto di parlare apertamente di questa malattia. Non è esibizionismo o la voglia di credersi invincibile. Diritto a sentirsi umani». Nadia Toffa, la iena (televisiva) più famosa d’italia si racconta. Lo fa orgogliosa dei suoi capelli biondi ricresciuti come un germoglio (non a caso Fiorire d’inverno è il titolo della sua autobiografia), nel corso dell’incontro con Roberta Scorranese per l’intervista di copertina di Liberitutti, l’allegato gratuito del Corriere della Sera in edicola domani con il quotidiano. La scelta di raccontare pubblicamente la dolorosa esperienza della lotta contro il cancro è stata fatta per aiutare gli altri.
«Mi vedono sempre come la “iena”. Si fatica ad accettare il lato più altruistico della mia personalità. Ma se posso fare del bene anche a una sola persona sono felice. Il mio parlarne apertamente è per far sentire meno solo chi si trova nelle mie stesse condizioni». A darle la forza per superare i momenti più duri di questo anno appena trascorso, il ritorno del cancro, la chemioterapia, quello che Toffa definisce è stato «una sorta di compagno». La conduttrice ne parla apertamente per la prima volta. «C’è una persona che mi sta accanto con affetto e che mi sopporta». Condividono assieme un lato infantile. «Quando ci vediamo, ogni tanto, intrecciamo le mani e insceniamo un girotondo saltellante. Bambini impazziti».
Iperattiva, Toffa vive in simbiosi con il mezzo televisivo. Le piace Maria De Filippi («straordinaria») e in particolare quella «televisione che ascolta e rispetta il sentire della gente». Sembrerebbe non avere paure. Invece... «Ho su Cristina Fagozzi, più conosciuta in rete come l’estetista Cinica: dà consigli di bellezza unendo la pluriennale esperienza di estetista a un approccio diretto. Cinico. E oggi, sette anni dopo il primo post su Facebook, la start up fattura 6,8 milioni l’anno.