La moda italiana? Cresce e vale l’1,3% del Pil
Mediobanca: 15 nostri gruppi fra i 43 top europei, ma «domina» la Francia
Il sistema moda in Italia rappresenta l’1,3% del Pil. E dimostra uno sviluppo costante: nel 2103 era l’1,1% e nel periodo le vendite aggregate sono cresciute del 28,9% a 70,4 miliardi mentre gli occupati sono aumentati del 19,7% di quasi 60 mila unità, a quota 363 mila. Il fatturato estero è pari al 63%, superiore a quello registrato dalle principali imprese manifatturiere del Paese, con punte che superano anche l’80%. Il Focus moda, realizzato dall’area Studi Mediobanca, che comprende 163 aziende con oltre 100 milioni di fatturato, è stato presentato ieri a Milano nel corso del primo «Fashion annual talk», aperto da Gabriele Barbaresco, direttore dell’area studi dell’istituto.
Risulta subito evidente che delle 163 aziende 66 sono a controllo straniero. In primo luogo francese: 26 società, quasi una su 6. Un’ «invasione»? Piuttosto, è stato rilevato, si tratta di un mix di interessi e competenze. Il colosso Lvhm ha in portafoglio 70 marchi, alcuni italiani come Loro Piana, Bulgari e Fendi. Quasi metà dei ricavi di Kering proviene da brand made in Italy come Gucci o Bottega Veneta. La produzione è pressoché rimasta in Italia e vari manager del nostro Paese sono nei vertici delle aziende d’oltralpe.
Fra le imprese considerate sono poi state individuate le 15 top con oltre 900 milioni di giro d’affari, che si inseriscono fra i principali 43 gruppi del settore in Europa (campione con assenze, per indisponibilità di informazioni , come Rolex, Swarovski, Lacoste o Bata). L’italia ha il primato per il numero di aziende che fanno parte del «club» dei big continentali, ma è la Francia a dominare per dimensioni con un fatturato pari a quasi un terzo dell’aggregato dei «campioni» europei. I top3 d’oltralpe (fra i quali anche Hermes) fatturano quasi come tutte le 163 aziende italiane.
Il confronto è poi destinato a diventare ancora più favorevole a Parigi: il primo gruppo italiano, Luxottica con oltre 9 miliardi di fatturato, si è unito a Essilor e nel 2018 è nata la nuova holding con sede in Francia. La produzione resterà nel nostro Paese ma in termini di ricavi il prossimo rapporto Mediobanca dovrà registrare, come in diversi casi in altri settori, che il quartier generale è «andato» all’estero.