La storia di un’impresa, il futuro da preservare
Ieri alla Triennale di Milano il volume di Salini Impregilo che celebra 50 anni dal salvataggio dei templi di Abu Simbel
Con un evento che ha viaggiato tra passato e futuro, Salini Impregilo ha presentato ieri alla Triennale di Milano Nubiana, il volume realizzato in collaborazione con il Museo Egizio di Torino (Rizzoli) per celebrare i 50 anni dall’impresa che tra il 1964 e il 1968 salvò i templi di Abu Simbel in Egitto dalle acque del Nilo.
Il trasferimento dei due templi voluti nel XIII secolo a.c. da Ramses II fu compiuto da un consorzio internazionale di cui faceva parte anche l’italiana Impregilo (poi confluita in Salini Impregilo): quella storia porta all’epoca dei faraoni, ma parla anche di ciò che verrà. Per raccontarla, nel Salone d’onore della Triennale, si sono susseguiti gli interventi moderati da Stefano Cingolani. Stefano Boeri, presidente della Triennale, ha parlato delle «città del futuro» che devono saper «accogliere le grandi sfide del cambiamento climatico e della povertà» e sapersi connettere.
Hisham Mohamed Moustafa Badr, ambasciatore d’egitto, ha sottolineato il valore del volume che con centinaia di immagini (e video visibili in realtà aumentata) «celebra un grande lavoro dell’epoca moderna che ha permesso di preservare il passato».
Con Beppe Moiso, curatore dell’archivio storico del Museo Egizio torinese, si è quindi tornati alla storia della Nubia, regione tra Egitto e Sudan il cui patrimonio archeologico rischiava di essere sommerso per i lavori per la diga di Assuan avviati nel 1960 (intervenne l’unesco con un appello accolto in tutto il mondo). Mentre di oggi e di futuro ha parlato Domenico Siniscalco, vicepresidente di Morgan Stanley ed ex ministro, con un intervento sull’importanza delle infrastrutture.
La parola è quindi passata a Pietro Salini, ceo di Salini Impregilo: «Abbiamo voluto celebrare l’impresa di uomini e donne che con le loro mani hanno salvato quanto realizzato oltre tremila anni prima». Tra loro anche Luciano Paoli, marmista, presente ieri a Milano. «Questa storia e il volume che la racconta», ha aggiunto Salini, «sono guidati dal pensiero di un futuro da preservare».
La serata si è conclusa in musica con i Cameristi della Scala che hanno eseguito alcuni brani dell’aida di Verdi in un programma dedicato all’egitto dei faraoni.