Corriere della Sera

Zeffirelli: la mia nona Traviata per l’arena di Verona

- Valerio Cappelli

Ma quante ne ha fatte? «Otto, questa sarà la mia nona Traviata», racconta Franco Zeffirelli. «Ho ripreso idee, colori, suggestion­i di miei allestimen­ti lontani nel tempo, e vi ho aggiunto studi e disegni inediti che abbiamo ritrovato nell’archivio».

Zeffirelli all’arena di Verona, un amore sbocciato a 72 anni, nel 1995, con Carmen. All’apertura del Festival, il 21 giugno ritrova Cecilia Gasdia, ma come direttore artistico. Per lui, il soprano veronese cantò La Traviata a Firenze, c’era Carlos Kleiber sul podio. «Il più grande, un uomo di poche parole, fragile, non ti faceva sospettare nulla della sua unicità, che non so spiegare». Gli occhi azzurri si accendono di uno dei suoi guizzi. Due giorni fa ha compiuto 96 anni. Un gigante del ‘900. «C’è la pesantezza dell’età ma in questo periodo fisicament­e sta bene, ha un medico, un’infermiera e tre badanti a turno», racconta Pippo, uno dei suoi due figli adottivi (l’altro è Luciano). E’ lui che «artisticam­ente» lo assiste.

Come sono le sue giornate? «Guarda Sky Arte e i dvd dei suoi film e spettacoli». La politica? «Questa ormai non gli appartiene, l’ha abbandonat­a, non vede nemmeno i telegiorna­li». Pippo manda avanti a Firenze la Fondazione «Zeffirelli»: contiene i suoi tesori. L’archivio dove sono stati ritrovati disegni e studi inediti per La Traviata, che lui avvolge nella dimensione del ricordo, come se il dramma fosse già compiuto. Il suo primo allestimen­to fu nel 1958 a Dallas, cantava Maria Callas. Nel 1963 a Bruxelles, nel ‘64 alla Scala con Karajan; nel ‘79 a Rio de Janeiro; nell’84 a Firenze; nel ‘98 a New York con Levine; nel 2002 a Busseto con Domingo direttore; nel 2007 a Roma. A Verona riadatta lo spettacolo al Met (i due piani sovrappost­i del primo atto, sopra la camera da letto di Violetta e sotto il salone), e idee dal film del 1982 con Placido Domingo e Teresa Stratas, come la festa a casa di Flora, il salone con la grande scalinata centrale. «C’è il letto del film, dove muore Violetta. Sarà una Traviata abbastanza cinematogr­afica.

E sfarzosa. La scena in giardino è simile in tutte le mie versioni, un’ampia vetrata col verde dietro, gli alberi, la fontana, più la scrivania, le poltrone in vimini, il salottino dove siedono Germont e il padre».

Della Traviata con la Callas c’è il bozzetto dell’interno del salotto di Violetta, «dove lei si specchia davanti al camino acceso. Maria fu un fenomeno astrale, una voce che non aveva limiti, una donna misteriosa e in apparenza semplice, un vulcano di carne e di sensi che si innamorava delle persone sbagliate».

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MaestroIl regista Franco Zeffirelli, 96 anni, con Cecilia Gasdia nella sua casa-museo di Roma

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