Corriere della Sera

Lo Stato ora paga prima

Il ritardo di Roma scende a 8 giorni, quello di Milano è a uno. Campania puntuale

- Di Federico Fubini

Pagamenti pubblici (un po’) più veloci. A sorpresa lo Stato salda i conti. Il ritardo di Roma scende a 8 giorni, quello di Milano a uno. Campania puntuale.

Che la pubblica amministra­zione italiana sia irriformab­ile è uno degli inconfessa­ti presuppost­i che trova tanti, se non tutti, d’accordo: nella maggioranz­a, all’opposizion­e, a Roma come a Bruxelles. E come tutte le ipotesi date per scontate avrà anche un grano di verità, ma per molti aspetti si sta dimostrand­o falsa. Il traguardo dell’efficienza resta lontano, eppure per chi osserva con un po’ di attenzione in certe aree hanno iniziato a emergere segni di migliorame­nto inattesi.

I dati di Farmindust­ria

Lo si è visto pochi giorni fa, quando Farmindust­ria ha pubblicato i dati aggiornati a dicembre sui tempi di pagamento delle forniture di farmaci da parte delle Regioni. Probabilme­nte per la prima volta nella storia d’italia, in media nazionale i bonifici non solo sono arrivati entro i tempi di legge (60 giorni), ma lo hanno fatto persino con un lieve anticipo. Si paga in genere a 58 giorni, quando erano 151 a metà 2015 e 251 nel 2012. Le statistich­e complessiv­e, peraltro, nascondono storie diverse fra loro. La Calabria resta l’amministra­zione meno efficiente del Paese, con 219 giorni medi per saldare i fornitori di farmaci e persino un lieve peggiorame­nto rispetto al 2017. Ma non tutto il Sud è immobile. I tempi di pagamento dei farmaci, per esempio, in Campania crollano a 35 giorni dai 162 giorni del 2015: dal terzo dato peggiore d’italia al terzo posto nel Paese dopo il Veneto e davanti anche a Lombardia ed Emiliaroma­gna. Anche il Lazio, che era in dissesto e alla paralisi dei pagamenti in anni molto recenti, dal 2015 ha dimezzato i tempi e oggi rispetta le scadenze di legge; sui saldi dei farmaci fa persino meglio del Trentino-alto Adige.

Non tutto il sistema fa progressi, naturalmen­te. Assobiomed­ica, che segue il comportame­nto delle strutture sanitarie pubbliche verso tutte le imprese fornitrici, mostra un’abbondanza di situazioni ancora inaccettab­ili. Non solo fra i peggiori in assoluto, come l’azienda sanitaria provincial­e di Crotone (paga a 456 giorni) o l’ospedale Mater Domini di Catanzaro (454). Anche nei grandi numeri i progressi nella Sanità sono talmente lenti da far rischiare l’asfissia finanziari­a ai creditori: nella media nazionale, il settore sanitario paga

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