Corriere della Sera

La solita figura di nichel

- di Massimo Gramellini

Immaginate che un faccendier­e talmente autorevole da essere soprannomi­nato Marchese del Grillo intenda saldarvi un debito miliardari­o con un tronchetto di nichel srotolabil­e. Chiamerest­e la Neurodelir­i o più banalmente la Guardia di Finanza, come hanno fatto dei privati a Vicenza, appena il Marchese ha provato ad appioppare un tronchetto della (sua) felicità anche a loro. Invece il Comune di Roma ci è cascato come un tordo e da anni custodisce un groviglio di fili come se valesse 55 milioni, mentre vale 40 mila euro. La truffa sarà stata ben congegnata, con tanto di certificat­o di garanzia emesso da una società svizzera, che sui nostri provincial­oni fa sempre un certo effetto, ma qualche sospetto sulla salute morale e mentale dell’amministra­zione capitolina ci assale.

Non è questione di colore politico: prima della Raggi, che adesso dovrà gestire il danno della voragine finanziari­a e la beffa di una figuraccia planetaria, ad abboccare all’amo di nichel del Marchese erano state giunte di destra e di sinistra. La fonte di ogni iattura è il presepe burocratic­o a cui hanno contribuit­o tutti i partiti in decenni di assunzioni pilotate. Il tronchetto sarà transitato sul tavolo di un funzionari­o probabilme­nte colluso, di un altro sicurament­e incapace e di un terzo che avrà lasciato perdere per indolenza. (Ci pare di sentire la sua voce: «ma-che-me-frega-amme»). E nessuno che nemmeno per un secondo abbia pensato che quei soldi, essendo nostri, fossero anche suoi.

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