Corriere della Sera

Il ritorno di Renzi. Le accuse ai «falsi amici» nel Pd

A tutto campo con il libro, i riferiment­i a Gentiloni e Franceschi­ni. E i suoi parlamenta­ri riempiono la platea

- Maria Teresa Meli

ROMA L’ex viceminist­ra Teresa Bellanova se lo rimira con gli occhi che brillano e sospira: «Io spero che torni perché con lui il centrosini­stra andrà di nuovo al governo». Ma la verità è che «lui» non tornerà perché in realtà non se ne è mai andato.

Certo, da qualche tempo in qua Renzi non si occupa delle beghe del Pd e infatti i «suoi» si sono sparpaglia­ti, chi con Martina e chi con Giachetti. Ma l’ex segretario continua a mangiare pane e politica ogni giorno, a intervenir­e, polemizzar­e, proporre... Come dimostra il nuovo libro — Un’altra strada — che ieri ha presentato in un’affollata iniziativa, intervista­to da Lucia Annunziata e Virman Cusenza.

Ad ascoltarlo c’erano tutti o quasi i suoi parlamenta­ri: quelli che stanno con Martina erano rappresent­atissimi. Di candidati c’era solo Giachetti. Applausi per lui e qualcuno ha urlato il suo nome. L’ex segretario, però, non ha voluto rivelare per chi voterà alle primarie: «Su questo non apro bocca». L’ha aperta però per dire in modo più netto del solito che non farà la scissione: «Il Pd è casa mia, non sono andato via nemmeno quando ho perso le primarie in modo stravagant­e. Non sono mai scappato di casa».

Nel corso della presentazi­one Renzi ammette gli «errori» ma rifiuta di fare autocritic­a («roba da comunisti»), in compenso ha qualche colpa e un paio di critiche da distribuir­e. A Gentiloni, innanzitut­to. Non lo nomina ma è a lui che si riferisce , oltre che a Franceschi­ni, quando parla dei «falsi amici» che gli impedirono di andare alle elezioni dopo la sconfitta referendar­ia. Ed è sempre Gentiloni il «premier» che, insieme alle altre istituzion­i, presidente della Repubblica incluso, «ha taciuto» sul caso Consip.

E ancora: Renzi critica Gentiloni per non aver messo la fiducia sullo ius soli («Un errore drammatico») e per «aver impiegato «un anno e mezzo per fare il reddito di inclusione». Ce n’è anche per Letta, che ha detto che senza la rottamazio­ne non sarebbe arrivato il populismo: «Se non ci fossi stato io sarebbe arrivato prima». Poi botte da orbi contro Salvini. E Conte. «Il premier è una fake news. Altro che avvocato del popolo, è l’avvocato delle concession­arie, dei salotti e dei concorsi...».

d L’autocritic­a? Roba da comunisti Non mettendo la fiducia sullo ius soli Gentiloni ha fatto un errore drammatico

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A Roma Matteo Renzi, 44 anni, al Tempio di Adriano

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