L’avvocato paralizzato e il tribunale non a norma Dalla Stramilano 300 transenne in prestito
Milano, rimpallo di responsabilità tra giudici e ministero
● In assenza di risposte, solleciti vengono inviati nel 2016, e due volte nel 2018
● Quasi un mese fa l’avvocato Antonio Montinaro resta paralizzato cadendo da un parapetto della Procura
● Il ministero della Giustizia ribatte che i capi degli uffici avrebbero «formulato la richiesta nelle forme previste dalla normativa solo a fine del 2018 e peraltro senza progetto o atti di supporto»
Aun mese dalla paralisi del giovane avvocato precipitato da uno dei parapetti troppo bassi del Palazzo di giustizia milanese, e dalla visita del ministro della Giustizia Bonafede, tutto è uguale a prima. Al punto che ieri, nel rimpallo tra ministero e capi degli uffici giudiziari (peraltro devoluto alla competenza della procura di Brescia dopo la trasmissione del fascicolo per l’ipotesi di «lesioni personali gravissime»), tocca al Comune di Milano dare una mano: ieri, nella Conferenza permanente, ha accolto la preghiera dei capi uffici di mettere a disposizione dalla prossima settimana 300 transenne di quelle abitualmente usate in strada, transenne (come l’unica sinora collocata nel punto del dramma) con le quali il Provveditorato opere pubbliche cinturerà i 2 chilometri di parapetti fuorilegge per altezza sotto il minimo. Per 3 mesi, per ora: perché il Comune poi ne avrà bisogno per viabilità, concerti o eventi sportivi simili alla Stramilano.
Difficile prevedere cosa potrà cambiare intanto, visto il ping-pong in corso. I cinque «datori di lavoro pubblici» ai fini della sicurezza sul lavoro (i presidenti di Corte d’appello, Tribunale e Tribunale di sorveglianza, e i vertici della Procura generale e della Procura della Repubblica) producono documenti con i quali dal 2015 fino al dicembre 2018 avevano ripetutamente avvisato il ministero dei pericoli e richiesto interventi urgenti, senza risposta. Dal ministero la «Direzione generale delle risorse materiali», subentrata al Comune nella gestione degli edifici giudiziari dal 1° settembre 2015, in una nota del dirigente Antonio Mungo ribatte invece che «non avrebbe potuto provvedere al finanziamento di alcun intervento manutentivo straordinario» perché «la relativa richiesta, nelle forme previste dalla vigente normativa, e facendo seguito alle circolari sul punto ripetutamente inviate agli uffici nazionali, è stata formulata solo al termine del 2018; peraltro, l’inserimento della richiesta di finanziamento autorizzato dalla Conferenza permanente il 24 dicembre 2018 per 650.000 euro è avvenuto senza alcun progetto o documenti di supporto».
Questa odierna posizione non si concilia con la circolare diramata dalla medesima Direzione generale il 21 novembre 2016, che escludeva le misure di adeguamento della sicurezza dall’iter ora invece additato dal ministero. I progetti, inoltre, vanno affidati a professionisti che è intuitivo non lavorino gratis, ma dietro compensi finanziati dal ministero. Via Arenula per il futuro fa ora sapere che «è stato richiesto al Provveditorato opere pubbliche il progetto sulla base del quale era stata effettuata la richiesta di finanziamento delle opere da farsi, mai prima pervenuta», e che la richiesta «verrà valutata, unitamente a tutte le altre pervenute riguardanti gli oltre 900 immobili in gestione al ministero, nell’ambito nella prossima programmazione con i pertinenti stanziamento
L’ultimo allarme
Un uomo ha cercato di entrare nelle stanze di gip e pm che lo hanno indagato per stalking