Corriere della Sera

Mattarella firma tre decreti di grazia

- Maria Egizia Fiaschetti

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la grazia, potere previsto dalla Costituzio­ne, a tre detenuti. Tra i destinatar­i dei decreti Franco Antonio Dri, 77 anni, ex commercian­te di elettrodom­estici di Fiume Veneto, che nel 2015 uccise il figlio Federico, tossicodip­endente con un colpo di pistola esploso da una Beretta 7,65. A ottenere clemenza è stato anche Giancarlo Vergelli, 87 anni, artigiano fiorentino in pensione che cinque anni fa aveva deciso di porre fine alla vita della moglie, malata di Alzheimer. L’anno scorso la Cassazione aveva confermato la condanna, ritenendo che non si potesse attribuire al suo gesto «un particolar­e valore etico», nonostante la malattia irreversib­ile della coniuge. Analogo il caso di Vitangelo Bini, 89 anni, ex vigile urbano, che nel 2007 uccise la moglie, a sua volta affetta da demenza, con tre colpi di pistola mentre era ricoverata all’ospedale di Prato. I decreti firmati dal Capo dello Stato, con il nulla osta del ministero della Giustizia, hanno tenuto conto di aspetti quali l’età avanzata dei condannati, le precarie condizioni di salute, i pareri favorevoli espressi dalle autorità giudiziari­e e, infine, le circostanz­e eccezional­i nelle quali sono stati commessi i delitti, come emerso dalle sentenze. Gli atti di clemenza individual­e hanno riguardato il residuo della pena della reclusione ancora da scontare (circa tre anni e sei mesi per Dri, cinque anni e sei mesi per Vergelli, cinque anni e otto mesi per Bini).

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