Corriere della Sera

Aerei e telefoni, il ritorno dello Stato padrone

- Di Daniele Manca

La coincidenz­a è tanto singolare quanto poco casuale. Nel giro di poche ore lo Stato in forme e modi diversi sta dimostrand­o di volersi riprendere un ruolo che in questi anni era andato giustament­e affievolen­dosi: quello di attore in prima persona in aziende e settori industrial­i. In rapida succession­e si è saputo ieri che nella nuova compagine azionaria dell’alitalia avrà una posizione dominante anche oltre il 50%. Sempre ieri sera la Cassa depositi e prestiti ha fatto sapere che è pronta a rafforzare la sua posizione tra i soci di Tim. Non siamo tornati ai tempi del panettone di Stato, ma la tendenza appare quella. Al di là delle battaglie ideologich­e tra chi pensa che il pubblico debba stare ovunque e chi invece che debba essere terzo, arbitro e non certo giocatore in partita, queste mosse tradiscono una ben più preoccupan­te situazione. Se lo Stato si muove è perché i privati evidenteme­nte vogliono starsene alla larga da società e settori. Non è un buon segno. Non è mai un buon segno quando a voler investire è chi usa i soldi dei contribuen­ti e agisce per conto di cittadini ignari che non hanno né votato né scelto quella spesa. Lo Stato invece di occuparsi di creare le condizioni affinché le imprese, il libero intraprend­ere e investire sia agevolato e non ostacolato da balzelli e burocrazia, sceglie la comoda scorciatoi­a di spendere soldi della collettivi­tà. daniele_manca

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