Corriere della Sera

Io, Lele (e papà)

«Mio padre gli ha dato un calcio nel sedere e dalle tenebre lo ha rispedito di nuovo qui Aneddoto soprannatu­rale, ma io ci credo»

- Di Giuliano Sangiorgi

RIMINI #forzalele. È l’urlo digitale che ha accompagna­to Lele Spedicato, il chitarrist­a dei Negramaro, nella rincorsa alla vita, dal coma del 17 settembre al palco di Rimini ieri. «Cosa c’è dall’altra parte» è il brano scritto da Giuliano per l’amico, per quelle mani che non si muovevano e facevano bestemmiar­e. Su quelle note ora le dita di Lele corrono e saltano, accordi e assoli, un bimbo al parco giochi. Solo 3 minuti, per il resto dello show suona il fratello Giacomo, ma l’emozione accende. Gli amici sul palco, i cuori in platea, i suoi occhi. #vivalele.

(a. laf.)

Sarà durissima per me non cantare con Lele accanto tutta la sera, ma sapere che tra pochissimo sarà di nuovo con noi su quel palco a spaccare tutto, mi fa tirare un sospiro di sollievo.

Non ci saremmo mai avventurat­i in questo tour se non avessimo avuto al nostro fianco suo fratello Giacomo; non avremmo mai voluto un chitarrist­a qualsiasi per sostituirl­o, anche se fosse stato solo per poche date; non avremmo mai cercato una soluzione se la vita non ci avesse protetti con la grandezza di una famiglia vera quale siamo; non avrei aperto più bocca, ma poi, nel momento più critico della nostra vita, quando ancora non sapevamo che cosa ne sarebbe stato di Lele, di noi, abbiamo deciso: Lele tornerà con le sue camicie fiammanti!

Dobbiamo spostare il tour perché quando si sveglierà, e si sveglierà di certo, avrà un motivo in più per restare appiccicat­o alla vita, a questo pianeta, a noi, alla sua famiglia, al figlio appena nato, Ianko.

E così è stato: Lele, con una forza che nemmeno un esercito nella più potente delle battaglie ha mai avuto, ha attraversa­to le tenebre, per tornare da noi, da voi.

Con una luce più intensa e forte di prima, carica dell’amore che solo voi avete saputo dargli in questi mesi.

Grazie per il vostro affetto… ne prendo un po’ anche per me, per riuscire a cantare e a darvi indietro tutto il meglio che meritate.

Chiudo gli occhi e vi do il mio cuore, tutto. Ne tengo solo un pezzo per chi so io...

Grazie papà, per averci ascoltato.

Grazie per il calcio in culo che hai dato a Lele, per farlo tornare indietro da noi.

Me lo ha raccontato proprio Lele, appena ha riaperto gli occhi in sala di rianimazio­ne. Mio padre e il suo calcio nel deretano sono gli ultimissim­i istanti che ricorda di quel limbo spazio-temporale in cui è andato a cacciarsi fino all’attimo prima di risvegliar­si.

Lo sapevo che quel testardo di mio padre avrebbe smosso mari e monti pur di farlo tornare, a costo di sembrargli scontroso e burbero. Ma non avrebbe avuto di che preoccupar­si, come in vita.

Non gli importava di piacere a tutti i costi e forse a Lele non voleva proprio dargli modo di replicare.

Non gli ha spiegato nulla. Gli ha detto solo di andare via da quel posto, chissà quale posto poi?!

Non ho avuto il coraggio di chiederlo a Lele.

Ma lui mi ha assicurato che non è stato un sogno, ma un’esperienza reale, provata sulla pelle.

Quel calcio in culo lo ha sentito e come…

Io ci credo e non ho provato strani brividi come si trattasse

Il fratello

Non ci saremmo mai avventurat­i in questo tour se non avessimo avuto al nostro fianco suo fratello Giacomo

di qualcosa di ultraterre­no, inspiegabi­le.

Ho visto gente piangere al racconto di questo aneddoto soprannatu­rale. Chi ha conosciuto mio padre, chi ama Lele. Io mi trovo tra queste persone, ma non ho pianto perché ho avvertito che tante cose si sono rimesse a posto da sé in questi ultimi mesi. Ho iniziato ad avere una visione più lucida di ogni cosa, guardando la vita attraverso il magico caleidosco­pio della famiglia.

Sono diventato padre, con lui e ho avuto la netta sensazione di aver recuperato molte piccole parti di me, perse per strada nel corso di questi anni pieni di tutto e fatti spesso di niente.

Tutto è tornato al suo posto ideale. Lele tra noi.

I nostri figli, li abbiamo stretti tra le braccia insieme e Giacomo, suo fratello, era nato per essere pronto ad aiutare lui e tutti noi.

Era piccolino, forse non aveva nemmeno tre anni quando, per la prima volta, suonò in sala prove con noi, strimpella­ndo tra le mani un tamburello più grande di lui almeno due volte.

Con occhi sgranati ci ha rubato l’arte ed è diventato un chitarrist­a perfetto, a metà tra me e Lele: due stili diversi ma, vi giuro, che in questi giorni di prove musicali, ho rivisto suo fratello in una mano, quella sinistra, e me stesso in quella destra.

Non saprei come spiegarvi questa strana pace che ho iniziato a sentire in questo mare in tempesta che abbiamo dovuto attraversa­re.

Ma la famiglia, quella allargata, che va dai miei genitori, ai miei fratelli naturali, dalla mia piccola Stella a tutti i figli negramarin­i, dai miei fratelli di musica e vita alle loro compagne o mogli, da Ilaria a me, proprio questa famiglia è un vero e proprio faro luminosiss­imo che ha saputo indicarci la rotta da seguire per non naufragare tra le onde altissime di questa fottuta e orribile onda anomala che ha travolto le nostre vite, i nostri sogni, le nostre certezze, i nostri desideri, le nostre speranze... solo per pochi mesi.

Il mare è tornato sereno, la tempesta si è ritirata e oggi più che mai siamo tutti aggrappati a quel faro abbagliant­e. Nessuno è naufragato. E io ho capito che nessuno affoga se gli si «allarga» intorno una famiglia e la famiglia può essere un mondo di sei miliardi di persone.

Mi chiama al telefono mia madre per il solito in bocca al lupo prima di salire sul palco.

Pensavo non ne avrebbe avuto più bisogno e invece…

Lele mi stringe in un abbraccio.

Stella sorride.

Ianko pure.

E ora, buio in sala! Sipario: ricominci la musica e la vita!

Buon tour a tutti, ovunque vi porti.

Guardatevi intorno e troverete sempre un faro luminoso, se solo lo saprete riconoscer­e nella famiglia che vi sceglieret­e.

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 ??  ?? Emozionato­In alto, Lele Spedicato e Giuliano Sangiorgi nel backstage del video (esce domani) di «Cosa c’è dall’altra parte», brano inedito dedicato a Lele; qui sopra, Spedicato emozionato ieri sera sul palco di Rimini con tutta la band per l’apertura del tour
Emozionato­In alto, Lele Spedicato e Giuliano Sangiorgi nel backstage del video (esce domani) di «Cosa c’è dall’altra parte», brano inedito dedicato a Lele; qui sopra, Spedicato emozionato ieri sera sul palco di Rimini con tutta la band per l’apertura del tour

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