Napoli sul velluto Il brivido finale fa solo il solletico
Zurigo battuto, Insigne capitano goleador
L’adattamento alla piccola Europa – l’ultimo obiettivo rimasto al Napoli stante la fuga conclamata della Juventus in campionato e le uscite da Champions e Coppa Italia — dura appena 12 minuti. È quello l’attimo in cui Insigne appoggia a porta vuota su assist di Milik dopo un errore da campetto in disimpegno del portiere Brecher. Di lì a poco raddoppierà Callejon su un’azione partita da Insigne e rifinita da Malcuit più facile di quelle che si provano in allenamento 11 contro zero, poi nella ripresa colpirà Zielinski, il migliore in campo, dopo avere saltato tre uomini in area. Sembrava giustamente chiusa così, ma nel finale un fallo di mano di Maksimovic in area ha provocato un rigore che Kololli ha trasformato con il cucchiaio: una beffa che ha rintronato leggermente il Napoli, salvato nel recupero addirittura dalla traversa su tiro di Kryeziu e poi da Meret su Khelifi.
Il finale confuso e impacciato sporca un po’ una serena passeggiata napoletana in Svizzera ma non mette minimamente in dubbio l’esito della sfida in vista del ritorno, considerata l’abissale differenza tecnica tra le due squadre. Fino al gol svizzero i pericoli maggiori per il Napoli li aveva infatti corsi Ghoulam, bersaglio del lancio di accendini da parte dei simpatici ultrà della Zurcher
Sud Kurve quando si recava a battere il corner nel primo tempo. Per il resto, era stata una sgambata. Le mosse ardite del tecnico svizzero Magnin — tipo un difensore in mediana per arginare il palleggio azzurro — non hanno funzionato mai: la pressione del Napoli con i terzini costantemente in spinta, gli inserimenti fascia/centro di Zielinski, la guardia attenta di Fabian Ruiz e Allan pronti in mezzo, e soprattutto l’ottimo lavoro fra le linee di Insigne per innescare ora Milik ora Callejon, hanno scavato un solco imbarazzante fra le due squadre. E se il Napoli non ha segnato di più è perché a volte è mancata lucidità (o si è esagerato in finezze) nell’ultimo passaggio oppure Brecher si è riscattato parando bene su Insigne, Callejon, Koulibaly, Milik (due volte) e Ounas all’ultimo secondo.
Ancelotti, esordiente in Europa League, aveva detto alla vigilia che vincere questa coppa renderebbe l’annata indimenticabile e i giocatori, almeno per 80 minuti, sembrano avergli dato ascolto. Nel giorno in cui Hamsik ha dato davvero addio al Napoli, il presidente De Laurentiis ha garantito che la prossima estate sarà «molto ancelottiana» con «due o tre cambi importanti». Prima però c’è ancora da pensare all’inverno e alla primavera. L’inizio è stato buono, ma si può fare meglio.