Lazio senza stelle e senza pubblico s’arrende al Siviglia
Sconfitta in casa, gli spagnoli non affondano
ROMA Non ci sono i campioni, gli uomini di classe, perché sono rotti o malandati, e non ci sono nemmeno i tifosi, l’olimpico è vuoto: abbandonata da tutti, dai suoi leader e dalla sua gente, la Lazio cade in casa contro il Siviglia e vede lontana la qualificazione agli ottavi di Europa League. Eppure, per quanto si è visto nel primo tempo, lo 0-1 è un risultato che sembra quasi positivo, perché le folate offensive degli spagnoli fino a metà gara hanno dato la sensazione di poter scavare un solco incolmabile.
Invece la squadra di Inzaghi resta in piedi e tutto sommato anche in corsa, un po’ perché alla lunga ci mette almeno più cattiveria e un po’ perché i piedi buoni del Siviglia sembrano piacersi troppo e non affondano. Vogliono entrare in porta con il pallone, non ci riescono. E allora mercoledì in Andalusia la Lazio può tentare di ribaltare tutto.
Servirà, però, che si rimetta in piedi almeno qualcuno di coloro che stavolta non c’erano o che si sono infortunati strada facendo. Immobile e Milinkovic-savic erano fuori dall’inizio (il centravanti dovrebbe recuperare, il serbo no), Luis Alberto si è arreso allo scadere del primo tempo per un risentimento, Parolo ha mollato nell’intervallo a causa di una distorsione. Quando anche Bastos — peraltro inguardabile — ha chiesto la sostituzione, Inzaghi ha allargato le braccia sconfortato: ma dove vogliamo andare?
Contro una Lazio così malridotta, il Siviglia nel primo tempo ha dominato il campo: possesso palla grazie ai piedi delicati degli ex italiani Banega e Vazquez più Sarabia; spinta sugli esterni; pericolosità offensiva soprattutto con Ben Yedder ma anche con il milanista Andrè Silva (il portoghese è tuttora di proprietà del club rossonero). Il gol è arrivato con un’incursione sulla sinistra di Sarabia, che ha pescato Ben Yedder a centro area (22’), ed è stato l’inevitabile conseguenza di quanto stava accadendo in campo. Padrone della partita, il Siviglia ha però rischiato di essere raggiunto cinque minuti dopo: Parolo ha lanciato in porta Marusic, il cui tiro, smorzato da Vaclik, è stato respinto sulla linea da un altro ex italiano (e romanista), il muro Kjaer.
È stata l’azione più pericolosa della Lazio, che però nella ripresa ha quanto meno giocato alla pari degli avversari, sebbene non abbia creato praticamente nulla, salvo un tiro alto di Luiz Felipe e uno fuori di Leiva. E ora i biancocelesti vanno a Siviglia. A sentire il d.s. Tare, non sentiranno la lontananza dall’olimpico: «Ci aspettavamo molti più tifosi a sostenerci, lo stadio così è davvero molto brutto».