Corriere della Sera

Fantasia e potenza per il golpe rosso La nuova Ferrari gioca solo in attacco

Pioggia di cavalli per fermare la Mercedes, il lavoro di Binotto su Leclerc e Vettel

- Daniele Sparisci Giorgio Terruzzi

Evoluzione, non rivoluzion­e. La Ferrari che vede la luce oggi a Maranello parte da una scelta precisa. Dare una continuità filosofica e tecnica a quanto di buono si è visto sulla macchina precedente. Il gruppo di tecnici guidati da Mattia Binotto ha realizzato una vettura all’apparenza molto simile a quella del 2018 pur con modifiche sull’ala anteriore per assecondar­e i cambiament­i regolament­ari sull’aerodinami­ca che semplifica­no il numero di elementi, meno feritoie e deflettori. Le tante soluzioni che hanno fatto scuola, al punto da essere copiate persino dalla Red Bull (come le prese d’aria strette e lunghe), sono state affinate, la sospension­e posteriore diventa idraulica e altri concetti inediti emergerann­o a conferma dell’originalit­à tecnica made in Emilia.

Nella cabina di comando della Ges hanno studiato i debutti di Mercedes e Red Bull, prevedono che andranno molto forte entrambe. Ma sono sicuri di aver fatto le scelte giuste seguendo una filosofia progettual­e differente rispetto agli avversari. Tante novità sono invisibili, ma saranno determinan­ti per cercare di riportare a casa il Mondiale. Dai banchi prove arrivano indicazion­i incoraggia­nti sulla power unit, sempre più potente. Con serbatoi più grandi (da 105 a 110 kg di benzina), e quindi con la possibilit­à di girare per più tempo al massimo, siamo stabilment­e sopra i 1.000 cavalli. Con picchi previsti di 1.050 in qualifica. Ma l’escalation deve fare i conti con l’efficienza, cioè con la capacità di ricavare potenza a parità di consumi, un tema sul quale si gioca buona parte della partita. Soprattutt­o sull’affidabili­tà, dal momento che il regolament­o impone l’uso di tre soli motori per 21 Gp. Per questo l’evoluzione della Rossa si è concentrat­a sul «cuore» con interventi robusti sui criteri di costruzion­e del V6 turbo e soprattutt­o sull’ibrido per rendere disponibil­e più a lungo la quantità di energia generata dai propulsori elettrici.

Con il battesimo di oggi si chiude una prima fase frenetica di lavoro che ha assorbito il cambio al vertice nella Scuderia. Dall’interno trapela entusiasmo e una certa armonia attorno alla figura di Binotto. Nel nuovo ruolo di team principal ha dedicato attenzioni particolar­i ai piloti. Incontrand­o più volte sia Sebastian Vettel che Charles Leclerc, per creare un feeling indispensa­bile, sul quale peseranno pressioni, tensioni e ambizioni di questa nuova coppia che fa discutere sin dal momento della sua formazione. Ben sapendo che tutto dipende proprio dalla nuova macchina, alla quale viene chiesto di interrompe­re il ciclo Mercedes. Un’impresa non impossibil­e ma difficilis­sima, vista la nuova W10 di Lewis Hamilton. Minacciosa e bellissima anche secondo gli stessi ferraristi. Anche se abbiamo imparato a non dare mai troppo peso all’estetica. Per vincere, in F1, serve ben altro. Potenza, aerodinami­ca, affidabili­tà e abilità di chi guida.

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