Tav, il pressing Ue Parigi: decidete subito o perdiamo i fondi
Bruxelles: «L’italia chiarisca il prima possibile» La replica di Toninelli: la nostra analisi utile a tutti
TORINO Lo stallo in cui il governo Conte ha precipitato la Torino-lione irrita i colleghi d’oltralpe e l’europa che vanno in pressing su Roma. In ballo ci potrebbe essere infatti la restituzione di parte dei fondi stanziati per l’avanzamento della linea ferroviaria transalpina.
A rompere gli indugi è questa volta la ministra francese dei Trasporti, Élisabeth Borne, che ieri ha pubblicamente messo il governo italiano alle strette, chiedendo di prendere una decisione «ora». Intervenuta sull’emittente televisiva del Senato francese, Borne ha detto che «la Francia ha chiaramente rispettato il tempo chiesto da nostri partner italiani, ma oggi diciamo noi agli italiani, altrettanto chiaramente, che questa decisione deve arrivare». Borne ha argomentato che «in ballo ci sono finanziamenti europei e se non vogliamo perderli la decisione deve arrivare, ora». L’unione europea infatti è disposta a finanziare fino al 50% la costruzione del collegamento ferroviario tra Lione e Torino.
A stretto giro Bruxelles ha ribadito la propria posizione e lo ha fatto tramite la portavoce della commissaria ai Trasporti Violeta Bulc, a cui ieri mattina i tecnici del governo italiano hanno illustrato i risultati dell’analisi costi-benefici sulla Torino-lione. Per la Commissione Ue infatti la Tav «resta un progetto importante per l’italia, la Francia e l’ue», ha rimarcato Bulc, in quanto si tratta di un «progetto transeuropeo necessario per unire le regioni e rafforzare la coesione, è un progetto di solidarietà e unione» e che «aumenta i mezzi di trasporto sostenibili». Insomma se l’italia tentenna, l’ue non cambia idea e ribadisce la sua posizione. Nessun commento sull’analisi costi benefici ma «la Commissione ha già detto chiaramente alle autorità italiane che ulteriori chiarimenti sono necessari nei prossimi giorni, prima possibile, per chiarire come l’italia intende rispettare l’accordo di finanziamento».
La risposta del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli all’incalzare dei Paesi europei non si è fatta attendere: «Con la Commissione Ue è in corso una fattiva interlocuzione che ha come scopo quello di utilizzare al meglio i fondi europei per le infrastrutture — recita una nota del Mit —. Il lavoro che si sta facendo al Ministero e l’analisi costi benefici sul progetto del Tav Torino-lione servono a tutti, Ue compresa, per comprendere come impiegare al meglio i soldi dei contribuenti italiani, francesi ed europei».
In occasione della presentazione della manifestazione del 23 marzo a Roma, i leader della lotta all’alta velocità passano intanto al contrattacco: «Bene che si certifichi che si tratta di un’opera inutile e costosa, ma vogliamo qualcosa di più — spiega Lele Rizzo —. È ora che cessi la militarizzazione della Val Susa e del cantiere di Chiomonte che, da oggi, è destinato a chiudere». Anche l’ex commissario di governo per la Tav Paolo Foietta, getta il suo guanto di sfida, ma al governo e convoca l’ultimo osservatorio Torino-lione per il 25 febbraio a Torino. Al suo fianco le 33 associazioni datoriali promotrici del movimento Sì Tav.
Il fronte del No
I movimenti incalzano il governo: vogliamo di più, in Val Susa basta militarizzazione