«Anti spaccio», «Inutile per i giovani» Torna lo scontro sulla modica quantità
La lotta alla droga e le parole del ministro Fontana. L’attesa per un tavolo nazionale
Il radicale Marco Perduca non risparmia una notazione severa: «Ma che senso ha? Il ministro Lorenzo Fontana sta parlando di riforma delle norme sulla droga con il ministro dell’interno e non con quello della Giustizia». Ieri il ministro leghista della Famiglia — con delega alle politiche antidroga — in un’intervista al Corriere ha detto che ha intenzione di rivedere le norme sulla droga, a cominciare dalla modica quantità», e tra gli operatori del settore si è scatenato un dibattito vivace.
Anche tra chi tendenzialmente non è contrario all’ipotesi del ministro Fontana, la proposta ingenera perplessità. Come succede a Giuseppe Mammana, psichiatra e presidente di un’associazione che si occupa di dipendenze patologiche. l’acudipa. Dice: «Dal punto di vista educativo e contenitivo, abolire il concetto di modica quantità può avere qualche effetto, ma di certo non è risolutivo».
Lorenzo Fontana ha detto che la modica quantità può far pensare ai ragazzi che esiste una dose di droga che non è dannosa, non genera dipendenza... «Non capisco cosa voglia dire, la modica quantità è un concetto penale. E in ogni caso se si vuole fare una revisione della normativa sulla droga deve essere fatta in maniera corale». Riccardo Gatti è uno psichiatra con lunga esperienza sulle dipendenze: «È giusto pensare di aprire un dibattito sulla revisione delle norme — spiega —, ma non dobbiamo ragionare in termini vecchi, e dobbiamo avere chiaro quale è l’obiettivo».
Anche Antonio Boschino, ribadisce il fatto che il concetto di modica quantità ha una valenza di tipo penale. Lui è il vicepresidente di quella comunità di recupero che si chiama San Patrignano e che con i suoi 1.200 ricoverati ha le I punti dimensioni di una città. Spiega: «Se l’intento di Fontana è dare un colpo allo spaccio qualcosa riesce a ottenere. Qualsiasi poliziotto conosce il metodo usato dagli spacciatori di portarsi dietro la modica quantità e nascondere il grosso della merce altrove, per andare a prendere le dosi volta per volta». Il discorso cambia se invece si vuole parlare di prevenzione, soprattutto nei riguardi dei più giovani. Aggiunge Boschino: «Cosa si fa se si abolisce la modica quantità? Chiunque venga trovato in possesso anche di una dose molto piccola, cosa deve fare, andare direttamente in galera? Sono contrario. Andrebbe invece considerata l’obbligatorietà della cura e questo anche per persone che hanno più di diciotto anni».
Sono undici anni che in Italia non è convocata la Conferenza nazionale sulla droga, e da più parti si levano voci per far sì che venga indetta al più presto. «Quante altre vite si dovranno spezzare perché i politici si decidano a fare qualcosa?», si chiede Nicoletta Capriotti, presidente della Pars, una cooperativa sociale che si occupa di tossicodipendenza.
Il ministro Fontana si è impegnato a dar vita ad una strategia per mettere a confronto sul tema droga tutte le parti in causa, promettendo metodi innovativi invece di una classica conferenza.
Marco Perduca, membro dell’associazione Luca Coscioni, scuote la testa sfiduciato: «Ho letto l’intervista sul Corriere, dalle sue risposte si capisce che il ministro non conosce il fenomeno della droga. O, forse, non lo vuole affrontare nelle sue dimensioni reali, ovvero per come è descritto dalla relazione sulle droghe al Parlamento».
Da sempre i radicali sono in prima linea nella battaglia per la liberalizzazione delle droghe leggere, e questa volta Perduca si preoccupa dei più giovani: «Siamo preoccupati per le affermazioni del ministro, che sono contraddittorie. Dice di non voler punire i giovani, mentre con le sue modifiche accadrebbe esattamente quello».
I progetti Nell’intervista al Corriere aveva parlato anche di assistenza alle famiglie e recupero