La piazza: siamo in duecentomila
Gli organizzatori: «Siamo 200 mila». Sala: «Da qui può ripartire un’idea diversa di Italia»
In duecentomila in piazza, a Milano, alla marcia «People, insieme senza muri» per dire no al razzismo. «Ecco, questa è la nostra Italia» ha detto il sindaco Giuseppe Sala. «Da questa piazza va ricostruita la sinistra» promettono i due candidati alla segreteria del Pd, presenti al corteo, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. Numerosa la partecipazione della società civile dagli scout alle associazioni.
MILANO Una manifestazione senza comizi finali e bandiere di partito. Con gli scout che cantano sotto il palco We are the world e Bella ciao e una colonna sonora che va da Beyoncé alla new entry sanremese Mahmood. La risposta di Milano a Matteo Salvini. People-prima le persone: un corteo di 200mila persone, dicono gli organizzatori, magari un po’ meno nella realtà, ma comunque tantissimi. Una folla che sicuramente a Milano non si vedeva da tempo.
Ci sono tutti o quasi i leader della sinistra politica e sindacale. Due candidati su tre alla guida del Pd (Maurizio Martina e Nicola Zingaretti), il neosegretario della Cgil Maurizio Landini, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Ci sono soprattutto le centinaia di associazioni che hanno aderito alla mobilitazione. Emergency, I Sentinelli, Anpi, Acli, Arci, un arcipelago infinito di sigle e striscioni. La terza «risposta» di Milano, dopo la marcia «Insieme senza muri» del 2017 e la tavolata multietnica al Parco Sempione dell’anno scorso. Questa è la più imponente. «La politica si fa in tanti modi, ma non lasciatela solo agli eletti, fatela voi», dice il sindaco Beppe Sala, uno dei pochi politici ammessi sul palco di piazza Duomo, prima di scatenarsi nelle danze su People have the power, la hit di giornata.
Milano è un’altra Italia, sembra suggerire Sala. «Da qui non si vede il Paese che viene descritto tutti i giorni e da qui può ripartire un’idea diversa d’italia». L’animatore della piazza milanese è però senza dubbio Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare e possibile candidato alle Europee nel Pd eventualmente targato Zingaretti. Prima le persone è una risposta al prima gli italiani di Salvini? «Sì, anche perché prima gli italiani di Salvini è una presa in giro», dice l’assessore milanese: «Il leader leghista lo dice e poi, una volta che ha usato gli italiani per parlare male dei migranti, li molla».
Altro sicuro eroe di giornata è Giuliano Pisapia. La folla lo vorrebbe candidato alle Europee, lui ci sta seriamente pensando e intanto confessa che andrà ai gazebo a votare Zingaretti. «C’è grande partecipazione e grande entusiasmo — commenta l’ex sindaco — . Non solo per Milano, ma per l’intero Paese. Da qui, da manifestazioni e presenze come queste, può rinascere un Paese che guardi al futuro e non al passato».
Ci sono poi, ma ben mimetizzate, tutte le tradizionali sigle del centrosinistra. Da Rifondazione ai Radicali di Più Europa. Il Pd è senza bandiere in ossequio al protocollo della mobilitazione. Neanche l’ombra invece di attivisti a Cinque stelle. Si rivedono anche Sergio Cofferati e Laura Boldrini. «Quella di oggi a Milano è una bellissima giornata: c’è tanta gente in piazza. Gente allegra, che non odia perché l’odio fa male e chi odia ha paura di tutto. Qui invece c’è vita, speranza e voglia di andare avanti», commenta l’ex presidente della Camera.
Un’altra Italia. «Siamo ancora in tanti, tantissimi, qui a Milano a credere nei diritti civili e nella pari dignità di tutti gli individui. E, anche se a volte ci si smarrisce nel timore di rappresentare il passato, il futuro siamo noi. Nessuna paura. Sarà così o non sarà niente», è il pensiero finale di Sala: «Mi auguro che altri seguano l’esempio di Milano. Questa città è credibile perché mette insieme la testimonianza e la concretezza».